Valentino a caccia del decimo Mondiale
la MotoGp al via, parte l'assalto a Marquez

Valentino a caccia del decimo Mondiale la MotoGp al via, parte l'assalto a Marquez
di Matteo Morichini
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Mercoledì 19 Marzo 2014, 09:47 - Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 09:45
Terminati i test, guariti i degenti, diramati i regolamenti in extremis e con burla, la MotoGp sbarca nel Golfo Persico e domenica sera, sotto 5 milioni di kilowatt di un Losail illuminato a giorno dai petroldollari, si torna a fare sul serio. La stagione 2014 ha rinnovati spunti d’interesse, una nutrita lista di punti interrogativi e due certezze di nome Marc Marquez e Jorge Lorenzo. Il primo, il campione del mondo in carica, è atterrato in Qatar ben distante dalla forma ottimale dopo essersi fratturato il perone in allenamento, ed a causa di ciò ha completato solo tre giorni di test - quelli di Sepang 1 dove ha staccato tutti di mezzo secondo polverizzando il record della pista - su nove totali. «Sì, che fastidio - rivela Marquez - però mi sono allenato comunque molto, e anche se non sarò al 100 percento fino ad Austin ed avrò tutti gli occhi addosso sin dalla prima sessione, darò il massimo come sempre. Qui poi ho centrato il mio primo podio in MotoGp ed ho bellissimi ricordi». Il “Cabroncito” ha l’aria di chi non vuole solo ripetersi ma migliorarsi e da fuoriclasse qual è, sarà della partita fin dalla prima curva.



LA HONDA DI MARC

L’immensità di Marquez, ed il sensazionale metodo con cui controlla la Honda, riducono le chance iridate di Pedrosa, uno che ha sempre tutte le carte in regola per issarsi in cima al mondo ma poi, per un motivo o per l’altro, il titolo della top-class diventa come Godot. Non arriva mai. ll rivale più accreditato del ventunenne di Cervera è Jorge Lorenzo. A Sepang il maiorchino ha faticato molto, chiudendo dietro alla M1 di Valentino ed infuriandosi con gomme ed elettronica, ma a Phillip Island è tornato a dominare e la prima punta Yamaha resta lui.



IL DOTTORE E LA GUIDA

Il ruolo di Valentino Rossi nella lotta al titolo fa parte delle incertezze; il Dottore si è allenato come non mai, ha un nuovo metodo di lavoro ai box (via Burgess, dentro l’italiano Galbusera come capo-tecnico, ndr) ed ha modificato i movimenti in sella funzione delle nuove generazioni di prototipi. «Provo a guidare in modo più attuale, perché il mio stile di guida era un po’ datato» ha spiegato Rossi, uno che trentacinque anni ha ancora la forza e la voglia di rinnovarsi e imparare. Valentino ha già un’offerta Yamaha per correre in Superbike nel 2015, ma il marchigiano preferirebbe restare in MotoGp per altre tre stagioni. A patto però di essere competitivo e quindi correre per il bottino più ricco. Cioè quel decimo sigillo che insegue dal 2010. I test invernali hanno mostrato un Dottore con più leggerezza, confidenza, incisività e con un passo simile a quello di Lorenzo. Ma di Sepang Rossi conosce ogni piega e segreto, mentre è sulle piste nuove (intese come inserimento nel calendario ndr) e ad alta velocità come Silverstone ed Aragon dove si nota una minore propensione al rischio rispetto ai colleghi.

Anche per la Ducati, che ha scelto di correre in configurazione Open ed evitare gli handicap riservati alle Factory (5 motori senza possibilità di sviluppo, 21 litri di benzina ndr). Le Open hanno invece 12 motori, 24 litri di carburante, gomma super-soft e quindi maggiori possibilità di crescita. La notizia di ieri è che se non hai vinto gare sull’asciutto nel 2013 puoi anche utilizzare il software di proprietà invece della centralina unica fornita da Dorna, e dunque la Ducati si presenterà in griglia con a disposizione il meglio delle due configurazioni.
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