Non più, dunque, la graduale riduzione dei costi prevista originariamente. Il testo diffuso dall'organizzatore cita comunque "alcuni cambi al regolamento dello EVO in fase da studio, da annunciare a fine 2013", ma è logico supporre che – se l'imperativo categorico è tagliare le spese – non si tratterà di deroghe volte ad incrementare la flessibilità dell'elaborazione dei mezzi in pista. Il livellamento delle prestazioni, ammesso e non concesso che ci sia, ha pienamente senso sia dal punto di vista economico che mediatico. Una categoria spettacolare, accessibile, con pari opportunità per tutti i partecipanti è il sogno di ogni promoter, ma si è spesso rivelata un'utopia. Questo perché ogni regolamento presta il fianco ad interpretazioni che ne invalidano i presupposti filosofici. Basti pensare all'eventualità che un Costruttore omologhi una moto prototipo “mascherata” da stradale (magari ad un prezzo inaccessibile ai più, e con specifiche tecniche degne di una GP) pur di avere un vantaggio tecnico. Solo il futuro potrà dare le risposte che tutti cercano, ma è chiaro fin da ora che la SBK come la conosciamo non esisterà ancora a lungo.
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