L’Europa si ferma, ecco il Clasico:
Luis Enrique e Ancelotti si giocano la Liga

L’Europa si ferma, ecco il Clasico: Luis Enrique e Ancelotti si giocano la Liga
di Benedetto Saccà
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Sabato 21 Marzo 2015, 16:03 - Ultimo aggiornamento: 16:12
Tensione montante lungo le Ramblas, tifosi in preda a vertigini e sbandamenti, allenatori che tentano di sottrarre palpiti alla vigilia: nuvole sulla Catalogna, a poche ore dalla partita più epica della stagione. All’orizzonte ecco il profilo colossale del Clasico: il Barcellona riceve il Real Madrid, domenica sera alle 21 (diretta tv su Fox Sports), nella cattedrale laica (o no?) del Camp Nou.



È chiaro che non sarà una notte qualsiasi. Perché dai margini al cuore della Spagna già si innalzano preghiere, rimbalzano invocazioni, si levano voci. «È semplicemente la partita del secolo», commentano i supporter, tanto per sdrammatizzare un po’. Del resto, non è inutile registrare che all’ampio corredo di significati politici e culturali da sempre in grado di foderare il confronto, domani sera si abbinerà una valenza sportiva smisurata. Senza voler invadere il campo dell’esagerazione, si direbbe la madre di tutte le gare della stagione spagnola, una tessera che recherà in sé la mappa dell’intero andare della Liga. Per intendersi, oggi il quotidiano Marca le ha dedicato le prime 19 pagine. Diciannove.



Per ricapitolare, il Barcellona di Luis Enrique comanda la classifica con un vantaggio di un solo punto rispetto al Real Madrid di Carlo Ancelotti, secondo. Nulla è stabilito, è chiaro. Ma mancano appena undici turni al tramonto del torneo: e, dunque, inevitabilmente a caricare la molla della gara contribuirà una certa dose di ansia da prestazione. Con un buon senso sfociato presto nel gran mare della banalità, come detto i due tecnici hanno cercato di modulare, se non attenuare, il voltaggio del sabato. «Non credo che questo Clasico sia decisivo. È importante, ma non decisivo», ha spiegato Luis. «Io comunque non firmo per il pareggio. Questa partita non si vince col fisico ma con la testa», ha sottolineato Ancelotti.



Fedeli al 4-3-3, gli allenatori potranno calare la carta di un attacco da panico: Leo Messi, Suarez e Neymar da un lato; Bale, Benzema e Cristiano Ronaldo sul versante opposto. È il non plus ultra dell’essenza del calcio, non c’è dubbio. Il fuoriclasse argentino è a soli tre passi dal traguardo dei 400 gol firmati coi colori del Barça, mentre il Pallone d’oro portoghese vuole riannodare il filo della continuità realizzativa. Insomma, mai come stavolta nessuno potrà concedersi il lusso di perdere. E, al di là del dire coraggioso di Ancelotti, un pareggio restituirebbe più di un filo di serenità a tanti. Poi, è evidente, il campionato subirà variazioni nelle giornate a venire: questo forse preferirebbero il Barça e il Madrid, anzi specie i campioni d’Europa e del mondo. A dettare, infine, i contorni della solennità della gara provvede un dettaglio: perché la compagnia aerea Turkish Airlines, uno degli sponsor del Barça, ha deciso che per la prima volta nella storia la partita si potrà seguire addirittura tra le nuvole, dato che la trasmetterà in diretta sugli schermi di tutti i voli.



Novantamila persone scoleranno verso il Camp Nou, con un sogno nel cuore. No, stanotte non si dorme. È la notte prima del Clasico: e d’altronde chi dormirà non potrà sognare ad occhi aperti la partita più bella del mondo, capace di raccontare meglio di qualsiasi libro la bellezza di questo sport.