Ok, il prezzo è ingiusto: con i cinesi il banco salta

Ok, il prezzo è ingiusto: con i cinesi il banco salta
di Eleonora Trotta
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Venerdì 6 Gennaio 2017, 10:58 - Ultimo aggiornamento: 11:50
A soli cinque mesi di distanza, l'addio record di Pogba (105+5 di bonus) e l'acquisto di Higuain (90 milioni) appaiono quasi offuscati e ridimensionati dalle proposte economiche in questa fase di calciomercato. Le intenzioni di spesa dell'Inter (quasi 30 milioni per il prossimo innesto Gagliardini, 60 e 80 milioni stanziati per i sogni Bernardeschi e Verratti) seguite dagli investimenti dei club cinesi (Oscar allo Shanghai SIPG per 70 milioni, Tevez allo Shanghai Shenhua, con uno stipendio di 80 milioni di euro in due anni, e Witsel al Tianjin Quanjian, con un ingaggio da 20 milioni a stagione) hanno generato una spirale di crescita incontrollata dei prezzi dei calciatori sul mercato mondiale.
FRENO GOVERNATIVO
Una pioggia di milioni di euro per le società e i giocatori, inebriati dalla cifre da capogiro. Ma la totale libertà di azione dei club del Dragone potrebbe essere in futuro recintata. «Sarà introdotto un tetto ai salari e ai costi dei cartellini per controllare gli investimenti irrazionali. E insieme verrà introdotta una supervisione delle finanze dei club per contenere i prezzi dei giocatori all'interno di un limite ragionevole. Verranno combattuti poi i comportamenti irregolari per i contratti sottobanco», così ha riferito il portavoce per l'amministrazione generale dello Sport di Pechino. Gli unici vincoli attuali (che potrebbero essere rivisti) sono relativi alla compilazione delle rose. Le società in Oriente possono tesserare fino a quattro stranieri. I profili più ambiti restano gli attaccanti, mentre i portieri devono essere rigorosamente di casa: una soluzione interna per limitare pure il rischio di calcioscommesse.
ZAR E SCEICCHI
Dopo l'ondata delle spese pazze dello Zenit, di Abramovic al Chelsea, degli sceicchi del City e del Psg, che hanno causato una maggiore valutazione del cartellino di circa il 30-40%, ora si discute sul fattore Cina. E' come se, al tavolo delle trattative, si operasse ancora con una calcolatrice impostata. Il caso Kalinic è rappresentativo. L'attaccante croato della Fiorentina, con una clausola di 50 milioni, potrebbe ambire ad uno stipendio da 5 milioni. Secondo la tesi sostenuta dai procuratori, al giocatore spetterebbe il 10% del corrispettivo valore. Una cifra in sintonia con i parametri britannici e che va moltiplicata per tre (ovvero 15 milioni totali) quando l'interlocutore di turno si chiama Tianjin Quanjian. Gli stessi asiatici sono tarati su offerte dai 7,5 milioni in su per i centrocampisti e dai 10-15 in poi per gli attaccanti.
GLI ITALIANI
Non solo effetto Premier e Cina, si continua a registrare una lievitazione dei prezzi anche per i giovani italiani e per calciatori della scuderia dei procuratori più affermati. Statisticamente, gli assistiti di Raiola (Pogba e Donnarumma), Jorge Mendes (Cristiano Ronaldo) e quelli di Kia Jooabchian (Joao Mario) beneficiano di questa crescita. La tendenza dei prezzi alti ha coinvolto anche le clausole. E con le cifre attuali la postilla di 105 milioni del contratto di Icardi quasi sfigura rispetto a quella di 100 di Belotti. Cairo, da attento imprenditore, ha riproposto ad inizio stagione la stessa formula dell'argentino per l'attaccante del Torino. L'attuale clima premia e valorizza la scommessa del patron granata. Ecco perché, nelle stanze degli alberghi milanesi già occupate da diversi protagonisti di mercato, in molti preferiscono temporeggiare prima di chiudere un accordo. Se prima prevaleva la necessità di cogliere l'offerta più conveniente, ora si cerca di sfruttare l'ondata delle supervalutazioni.