Hellas Verona, sponsor con false fatture: blitz della guardia di finanza in sede. Indagato anche il patron Maurizio Setti

L'inchiesta, ribattezzata Operazione Cyrano, è diretta dalla Procura di Reggio Emilia

Hellas Verona, sponsor con false fatture: blitz della guardia di finanza in sede. Indagato anche il patron Maurizio Setti
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Mercoledì 6 Dicembre 2023, 12:06 - Ultimo aggiornamento: 15:11

La guardia di finanza in queste ore sta effettuando perquisizioni nella sede dell'Hellas Verona, club che milita nella Serie A di calcio, una delle società coinvolte in un'indagine su sponsorizzazioni ottenute mediante fatture false emesse da una società cartiera. L'inchiesta ribattezzata Operazione Cyrano - diretta dalla Procura di Reggio Emilia e condotta da guardia di finanza e polizia di Stato - vede 26 persone indagate a vario titolo, di cui 22 interessati anche da perquisizioni e sequestri in varie regioni del nord e centro Italia. Stando a quanto accertato dagli inquirenti, si tratta di una presunta maxi frode fiscale da dieci milioni di euro.

Gli indagati

C'è anche il patron nonché presidente dell'Hellas Verona, Maurizio Setti tra i 26 indagati. All'alba è scattato il blitz da parte della guardia di finanza e della polizia di Stato che conducono le indagini, nella sede del club scaligero che milita nel campionato di calcio di Serie A dove stanno effettuando sequestri e perquisizioni. Qui gli inquirenti hanno consegnato l'avviso di garanzia a Setti.

Le indagini

C'è anche una società con sede a Novara che possiede la licenza per gestire due canali sportivi sulla piattaforma Sky (la tv risulta essere totalmente estranea ai fatti) tra le 22 società coinvolte nell'operazione 'Cyranò, la presunta maxi frode fiscale che ruota attorno a una 'cartierà accusata di emettere false fatture nei confronti di società calcistiche (tra cui l'Hellas Verona), produzione di programmi televisivi, edilizi e meccanici le quali beneficiavano poi dei vantaggi tributari iscrivendo le operazioni a bilancio.

La “cartiera”

Tra gli altri presunti utilizzatori della 'cartierà (verso la quale la guardia di finanza e la polizia di Stato indagano anche per associazione a delinquere), la somma più ingente complessiva di operazioni presunte inesistenti è quella di 1,5 milioni di euro da parte di una società edile di Cavola di Toano, nell'Appennino Reggiano, che vede indagato il rappresentante legale, un 47enne nato a Scandiano.

E poi ancora un 44enne nato a Castelnovo nè Monti, titolare di una ditta di manutenzione macchine a Casalgrande che avrebbe dedotto 800.000 euro tra 2018 e 2019 (il biennio a cui si riferisce l'inchiesta). Infine, tre società sportive. Una di Rubiera (indagato il 72enne responsabile legale). E due che gestiscono corse di rally automobilistico, un 62enne di Bibbiano e un 38enne di Carpineti.

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