Bene, oggi Jay ha ricevuto il premio per aver segnato il gol del mese in Scozia. E ad annunciare la notizia ha pensato direttamente Samaras, ora approdato all’Al-Hilal in Arabia Saudita. «Ben fatto, ottimo lavoro, Jay. Mi manchi e ti voglio bene», ha sussurrato l’attaccante della Grecia tramite youtube.
È una bella storia, è chiaro, e non soltanto perché Jay sia affetto dalla sindrome di down. No, non è questo. Piuttosto, il piccolo grande supporter, originario di Lurgan, Irlanda del Nord, è divenuto l’icona di un sogno capace di allargare gli orizzonti, di sfiorare gli indifferenti, di restituire un filo di civiltà e di responsabilità al pallone.
Elogio della semplicità, Jay si è meritato il premio trasformando un calcio di rigore durante l’intervallo della sfida di campionato del 17 gennaio tra l’Hamilton Academical e i verdi guidati da Ronny Deila. Un colpo di destro, portiere spiazzato e via sotto la curva a esultare con i tifosi adoranti: la gioia dipinta negli occhi, l’animo leggero foderato di felicità, come solo quello dei bimbi sa colmarsi. Al New Douglas Park il Celtic vinse per 2-0 ma il club sconfitto, l’Hamilton per l’appunto, riportò su twitter di aver perso per 0-3. Perché? Ma come... È ovvio, il gol di Beatty valse proprio quanto quelli dei suoi beniamini vestiti di verde.
Così, con il 97% delle preferenze, il grande piccolo Jay ha superato David Goodwillie e Gary Mackay-Steven nella graduatoria delle reti migliori di gennaio. Stamattina la Scottish professional football league ha ufficializzato l’esito della votazione. «Questo ragazzo mi dà tanta forza, è incredibile. Non ci sono parole. Sento il suo affetto e lo sentono anche tante persone in Grecia», confidò Samaras, lo scorso anno.
Alle volte, insomma, il calcio ancora riesce a respirare come uno sport.