Roma in crisi: una rosa sbagliata e incompleta. E le scommesse low cost non pagano

I tanti infortuni e la Coppa d'Africa non hanno agevolato il lavoro di Mourinho: mezza squadra è da ricostruire

Roma in crisi: una rosa sbagliata e incompleta. E le scommesse low cost non pagano
di Gianluca Lengua
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Martedì 16 Gennaio 2024, 07:09 - Ultimo aggiornamento: 07:16

ROMA La Roma sta implodendo, perde pezzi in continuazione, appare scarica e senza energie fisiche e mentali. È la Roma costruita da Pinto e allenata da Mourinho, una squadra sull'orlo di una crisi di nervi. Bastano un paio di sconfitte con formazioni di basso rango per far precipitare definitivamente la situazione. A Trigoria ce n'è per tutti i gusti: da giocatori a fine contratto, a quelli stremati, passando per quelli infortunati e convocati nelle rispettive coppe continentali. C'è chi è fermo da quattro mesi e mezzo per un infortunio che da protocollo dovrebbe risolversi in uno (Smalling) e c'è anche chi accetta la convocazione in Coppa d'Asia (Azmoun) nonostante avesse garantito alla società, prima di arrivare, che avrebbe rifiutato per schierarsi contro la repressione del regime degli Ayatollah e a fianco delle donne iraniane e dei loro diritti. C'è chi ha giocato solo 227 minuti, ma sarebbe dovuto essere -secondo il general manager che lo ha ingaggiato- la sorpresa della stagione (Renato Sanches). E c'è chi è a fine contratto e sta cercando disperatamente squadra per accasarsi prima del 30 giugno (Spinazzola).

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CAPITANO SENZA FASCIA

Non solo, nella Roma c'è Dybala che gioca la metà delle partite perché calciatore dalla muscolatura fragile. Non a caso la Juventus non gli ha rinnovato il contratto nel 2022. Un lusso che a Trigoria non possono permettersi perché l'alternativa, Pellegrini, è falcidiato dagli infortuni. I reiterati problemi di Lorenzo non gli hanno permesso di imporsi come avrebbe dovuto nella passata e nell'attuale stagione. Capitano senza fascia, perché sono solo 7 su 20 le partite in campionato in cui è stato titolare. In tutte le altre i gradi li ha indossati Mancini che ha tirato avanti fin quando a potuto, salvo poi alzare bandiera bianca a San Siro causa pubalgia. Anche lui è stremato, ma Mourinho ci conta. Non ci sarà contro il Verona perché squalificato, così come Cristante altro giocatore sempre presente. È il più utilizzato in Serie A con 1983 minuti, addirittura più di Montipò il portiere gialloblù. Ha giocato in mediana, mezzala e centrale difensivo. Anche lui, però, sta dando segnali di cedimento. Nessun infortunio, ma solo tanta stanchezza. Così come quella di Lukaku che non si è mai risparmiato né durante la stagione né in nazionale. Sta attraversando una fase di appannamento che può risolversi solo con tanto riposo. E poi ci sono gli esterni, tutti di piede destro: Karsdorp, Celik, Kristensen, Spinazzola e Zalewski. Nessuno ha le qualità che servono a una squadra che gioca con il 3-5-2. Discutibile anche l'inserimento di Auoar, arrivato come grande colpo estivo (perché a parametro zero), ma che ancora non si è integrato. Passi in avanti, invece, li hanno fatti Ndicka e Bove, gli unici che in estate possono garantire, eventualmente, un introito dal mercato.

VIÑA VICINO AL FLAMENGO

A proposito, quando la Roma ha firmato il settlement agreement con la Uefa (agosto 2022) si è messa in gabbia con le proprie mani.
Ha scelto di accettare un accordo molto stringente per non essere penalizzata in ambito europeo. Adesso sta raccogliendo i risultati di una decisione rischiosa. Per aggirare l'ostacolo, la strategia portata avanti da Pinto, e condivisa dalla proprietà, è stata cercare calciatori a parametro zero (svincolati) o esuberi di altri club che potessero sfruttare la Roma per rilanciarsi. In questo modo, però, a giugno si ritroverà con 9 giocatori che non ci saranno più tra fine prestiti e fine contratto. E sarà tutto da ricostruire. Intanto Viña è vicino al Flamengo. Non sarà l'unico a lasciare Trigoria.

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