José Mourinho, vista la grande emergenza, si affida ai tifosi della Roma; i tifosi sperano nello Special e nella sua voglia di superare il suo glorioso passato, l’Inter. Il fortino Olimpico è pronto, colmo d’amore e di speranza. Si riempie sempre e comunque, senza chiedere niente. Amore e basta. Stasera c’è la grande sfida: Roma-Inter, Mou è reduce dalla malinconica serata di Bologna e distrutto dalle assenze, Simone Inzaghi sempre più in corsa per la volata scudetto. C’è un abisso, almeno nei contenuti tecnici. La differenza la fa il palcoscenico, con l’Olimpico che si avvicina ai cinquantuno mila spettatori: record stagionale. Mourinho sa che potrà contare, e tanto, sulla spinta dei suoi tifosi che lo hanno seguito fin dal primo giorno e che hanno creduto (e sperato) in una stagione migliore di quella che stanno vivendo, e non troppo sui valori tecnici della sua squadra, notevolmente depressi nelle ultime settimane, tra infortuni e squalifiche, che incidono ancora di più vista la rosa non proprio lunga. La Roma di Mou è lontana dall’Inter (nove punti) dell’ex laziale Simone Inzaghi ma questo era prevedibile, lo scudetto - come ha sempre sostenuto il tecnico portoghese - non era né è alla portata della Roma, ma soprattutto è a distanza preoccupante (sei punti) dal quarto posto dell’Atalanta, che dovrà affrontare, a Bergamo, il 18 dicembre. La Roma stasera se la giocherà, questo è chiaro, ma Mou sperava di arrivare alla notte contro la “sua” Inter in ben altre condizioni. Ma l’orgoglio non mancherà, ci sono da affrontare personaggi speciali per la Roma, davanti ai quali, Inzaghi e Dzeko, fare bella figura (o evitarne una pessima) è un obbligo.
IL SILENZIO E NICOLÒ
Mou ha scelto il silenzio in questa vigilia: ha voluto evitare di cadere nelle provocazioni e di ricordare i bei tempi nerazzurri, in effetti non era il momento anche per rispetto del suo nuovo club. Parlerà stasera, se non ci saranno altre situazioni contro gli arbitri, come a Bologna. La buona notizia è il recupero di Villar (uscito dal Covid), ma parliamo di un calciatore che non ha giocato un minuto in campionato.
C’È PURE PALLOTTA
Non bastò l’orgoglio di quella Roma rimaneggiata: l’Inter ha risposto al gol di Dzeko con un doppio Icardi e la rete di Vecino. Poi, tanti pareggi, all’Olimpico per tre volte due a due. Un due a due che stavolta, la Roma, non butterebbe via. E se le cose dovessero andare male? «Sarebbe sempre colpa mia», dice Jim Pallotta, l’ex presidente giallorosso, a notizie.com. «I Friedkin stanno in silenzio? Non va bene, bisogna parlare, non si fa così». Capito?