Garcia: «Non penso all’esonero, conosco le regole del gioco. Non sono stupido, ci sono cose da cambiare»

Garcia: «Non penso all’esonero, conosco le regole del gioco. Non sono stupido, ci sono cose da cambiare»
di Gianluca Lengua
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Sabato 19 Dicembre 2015, 13:32 - Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 10:14

Tra polemiche e crisi la Roma ha da giocare una partita, quella contro il Genoa potrebbe essere l’ultima di Rudi Garcia sulla panchina della Roma nel caso in cui il tecnico non dovesse riuscire a portare a casa la vittoria. I tre punti sono fondamentali non solo per il futuro dell’allenatore ma anche per la classifica dei giallorossi che si trovano a 7 punti dalla vetta (Inter a quota 29).
 


Queste le parole di Rudi Garcia in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Genoa:
Roma-Genoa. «Dobbiamo fare in modo di dimostrare la nostra voglia e motivazione, l’obiettivo è vincere. Non esistono partite facili in serie A, il Genoa è in momento delicato come noi e sarà una lotta. Faremo di tutto per prendere i tre punti perchè è l’unico risultato interessante per noi in questo momento».

L’esonero. «Non ci penso ho altre battaglie da portare avanti, conosco le regole del gioco e sono sereno, tranquillo e combattivo. È vero che abbiamo fallito in Coppa Italia ed il punto nero della stagione, ho preso delle decisioni dopo la partita, cerco soluzioni e dobbiamo fare di tutto domenica. Ho preso decisioni dopo la gara, dobbiamo fare cose intelligenti per trovare soluzioni. Al momento dobbiamo dare tutto. In questa gara dobbiamo mostrare carattere e personalità».

Vicinanza della società. «Fino all’8 novembre tutto andava bene e non è perchè le cose vanno meno bene da un mese che allora è tutto negativo. Il vero fallimento è l’eliminazione dalla Coppa Italia, per il resto abbiamo centrato la qualificazione in Champions League. L’unica cosa che mi interessa è rimanere al massimo a tre punti dal secondo posto, abbiamo giocato una prima parte di stagione con tante gare anche difficili. Dovremo ritrovare anche freschezza fisica, ma questo sarà più facile perché giocheremo di meno nella seconda parte del campionato. Sono previste 22 partite, spero di più, non giocheremo ogni 3 giorni. Il problema è aver fatto passare un’opportunità importante come la Coppa Italia. In campionato faremo di tutto per restare in alto e per tornare ai posti in classifica validi per la qualificazione in Champions League».

Ritiro. «Dalla gara di Coppa Italia viviamo insieme con i calciatori, perché era necessario mostrare a loro che siamo più aperti. Gli ho detto quello che penso, che ero arrabbiamo dopo la gara di Coppa Italia, ma li ho anche ascoltati. Non è solo un ritiro punitivo, perché questo non mi piace, ma se vogliamo stare più tempo a casa dobbiamo tornare a vincere».

Vicinanza della società. «Ho parlato con il presidente dopo l’eliminazione e con Walter e Mauro. Ogni giorno prendiamo delle decisioni e abbiamo già delle soluzioni. Nel calcio serve vincere più di ogni altra cosa».
Colpe. «Ho delle colpe, sono il capo branco ho una parte di responsabilità. Non è facile per i giocatori giocare all’Olimpico e non a caso facciamo risultati migliori fuori casa. Noi abbiamo potuto fare nulla per far tornare la tifoseria, ma non è un alibi. Giocare senza pubblico o  quasi e giocare alle 14.30 sono cose che potrebbero causare problemi».

Garcia il problema della Roma. «Non sono io a dover rispondere, se non mi sento più utile mi farò da parte. Sono motivato, voglio raggiungere degli obiettivi e non mollo. Cambieremo delle cose a gennaio se serve». 

Le cause. «Sono contento della rosa che ho disposizione, sapevo della pressione della Champions League e questo ci ha mangiato non solo energia mentale e fisica. In più abbiamo perso giocatori importanti come Totti, non facciamo più gol pur essendo ancora il secondo attacco della serie A. Il grande fallimento però resta la Coppa Italia, io ci tenevo a passare il turno era la strada più corta per vincere un trofeo».

Atteggiamento dei calciatori. «Lavoriamo tutti insieme non ho nulla da dire. Sono contento dei miei rapporti con i dirigenti ed è normale che difendo i giocatori. La fiducia è fondamentale e se sono tranquilli è meglio.Forse il problema di questa squadra e di essere a Torino, a Napoli e contro il Bate con uno spirito fantastico e poi giocare una gara come contro lo Spezia in casa o contro l’Atalanta: dobbiamo migliorare, i giocatori devono prendere le proprie responsabilità. Io di energie ne ho tante ed una parte mi serve a spingere questa squadra che può fare grandi cose. L’eliminazione arriva in un momento non buono dove non potevamo permetterci questa eliminazione». 

Squadra presuntuosa. «Non sono stupido, ci sono cose da cambiare negli allenamenti o spingere di più su alcune cose. Questa è una squadra giovane sopratutto in difesa con Digne, Ruediger, Florenzi. Ci sono giocatori che devono crescere ed avere esperienza. Però mix mi piace».

Mercato. «Ci parliamo con Sabatini ed ho totale fiducia nel mio direttore sportivo.
Ma toglietevi l’idea dalla testa che io non sappia cosa fa Walter e su come voglia migliorare la squadra, vedo più lui che altri membri della mia famiglia». 

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