Dopo l'1-1 con i tedeschi allo stadio Meazza di Milano, il commissario tecnico spiazza le attese sulla Nazionale per Brasile 2014. «Se pensavamo di dominare contro la Germania, una delle squadre più forti al mondo, davvero non ci siamo: noi al Mondiale possiamo fare l'impensabile, ma se dite che andiamo in Brasile per vincere il titolo e che siamo i più forti, davvero non ci siamo». Cesare Prandelli si lancia a sopresa in un esercizio di cautela forse per proteggere il gruppo da pressioni e aspettative legittime, ma ancora da verificare. Con i tedeschi «abbiamo sofferto, ma questa è la strada giusta: perchè abbiamo giocato e fatto anche tante cose giuste», dice. «Siamo una buona squadra: ma abbiamo bisogno di umiltà, tutti quanti, e in campo di ottima condizione fisica: se c'è tutto questo - la requisitoria del commissario tecnico - se sappiamo sfruttare i momenti, allora possiamo fare ottime partite: dobbiamo essere preparati mentalmente a vedere più partite in una stessa partita. Tutti quanti».
IMPOSSIBILE NON SBAGLAIRE
«Se pensiamo di giocare contro le migliori squadre al mondo e non concedere loro neanche un'occasione, siamo davvero sulla strada sbagliata.
ASSETTI IN CAMPO
«Abbiamo impiegato un pò di tempo a capire come erano messi loro, senza punte e quindi senza punti di riferimento. Il loro palleggio ci ha messo in crisi - ammette - ma abbiamo reagito e giocato, contro una delle squadre più forti al mondo. È la strada giusta». La stessa analisi per la partita di Balotelli «Gli avevo chiesto di fare reparto da solo, è stato bravo e ordinato: si è anche creato delle occasioni. Lui non è felice quando non segna. Gli ho fatto i complimenti a fine partita ma lui mi ha risposto che non era soddisfatto: è fatto così...», dice confermando le sue preferenze d'attacco per la coppia Balotelli-Rossi: «sono il duo ideale, uno centrale e l'altro alle sue spalle». Quanto alla sostituzione di Osvaldo, evanescente e poi rabbuiato in panchina, «aveva un'allergia ma non l'ho tolto per questo: mi serviva un centrocampista offensivo, le due punte davano troppi riferimenti alla loro difesa».