Si riparte col piede sbagliato. Anzi, in un flash, è incredibile il salto di sei mesi all'indietro. Si torna alla bufera di gennaio: Tare o Sarri, la novità di luglio è Angelo Fabiani di mezzo, a rendere il mix ancora più esplosivo. L'ingresso dell'ex ds della Salernitana nell'organigramma societario (ufficializzato ieri come coordinatore di Primavera e Women) ha riscoperto un vaso stracolmo di tensioni mai davvero rientrate nella Lazio. E gli ultimi giorni di mercato hanno riacceso un focolaio dietro l'altro. Tare innanzitutto non si aspettava che Lotito potesse fare sul serio, togliendogli la gestione della Primavera per il futuro. Fra sabato sera a cena e domenica a pranzo si è così scatenato il putiferio. Tanto che l'altro ieri sera l'albanese e il patron si sono ignorati alla presentazione delle maglie, salvo poi discutere animatamente (lite che il club ieri sera ha definito priva di fondamento) a fine evento, davanti a tutti a Piazza del Popolo. Dove, guarda caso, non si era presentato Sarri con il suo staff tecnico. Motivo? La preparazione del ritiro, ma Maurizio nel pomeriggio era stato duro per la mancata chiusura di alcuni rinforzi (in teoria ultimati) prima della partenza per Auronzo. Manca un portiere fra Vicario (dopo Carnesecchi, il preferito) e Luis Maximiano (favorito per il club, nuovi contatti per il prestito), oltre un secondo fra Provedel e Terracciano o i low cost Adrian e Asenjo. Ma l'affronto più grande è che lo svincolato Alessio Romagnoli, sedotto da un anno, non sia ancora sposo della Lazio dopo la cena di domenica a Villa San Sebastiano: «Abbiamo fatto l'offerta massima ha svelato lunedì sera Tare e infatti il difensore vuole venire e ha accettato. Fate due più due, il problema è un altro...». Sono quelle maledette commissioni da riconoscere al manager Enzo Raiola a cui stanotte si è provato ancora ad andare incontro, dal momento che l'ex Milan ha persino già bloccato una mega casa all'Olgiata in affitto.
FACCIA A FACCIA E COMUNICATO
Ieri alle 14 a Fiumicino è atterrato invece il difensore Mario Gila, prelevato per 6 milioni dal Real: «Forza Lazio, sono davvero felice di essere qua».
Nella testa di Igli non c'è dunque solo lo smacco di Fabiani (promesso dg) e della Primavera, anche se quella è la prima ferita confessata la sera prima: «Non meritavo di essere trattato così dopo 17 anni in questa società, dopo essermi preso sempre le colpe, senza mai una difesa». La storia con la Lazio è arrivata al capolinea? Chissà, Tare ha un altro anno di contratto, c'è chi lo vede in anticipo in Federazione in Albania, ma in questi giorni ha assicurato che non si dimetterà prima. E ieri ne ha dato prova, lanciando a Lotito un altro aut aut, prima di rimettersi all'opera. «Io non combatto, io vinco», è il suo slogan. La partita interna è aperta, ma dal 2009 Tare, ogni qualvolta è sembrato con un piede fuori dalla porta, è sempre rientrato più forte di prima. Già ieri, dopo ore di confronto a Formello, c'era tanta quiete dopo la tempesta. Suggellata dalla biancocelestiale nota di fine serata: «Tare gode della considerazione e fiducia della società e del suo presidente, e continuerà a svolgere, come ha sempre fatto, il ruolo di direttore sportivo della prima squadra».