LA PREPARAZIONE
È indubbio che la preparazione atletica stia giocando un ruolo fondamentale. Non è un caso che la Lazio renda maggior mente nel secondo tempo e che per 6 volte il gol sia arrivato addirittura nei minuti di recupero. Frutto di una lucidità mentale che solo una grande condizione fisica può dare. Giocare solo il campionato è certo un grande aiuto ma va detto che i biancocelesti tra settembre e ottobre hanno giocato praticamente ogni tre giorni. In estate il prof Ripert ha calibrato ancora meglio il programma senza però stravolgerlo. Allenamenti personalizzati e programmi alimentari studiati per ogni singolo giocatore. Attenzione meticolosa ai carichi. Questo non vuol dire che l’intensità delle sedute sia diminuita, anzi. Il martedì è sempre il giorno “peggiore” con grandi carichi di lavoro. Il mercoledì si allena la forza, il giovedì un secondo richiamo aerobico, il venerdì è dedicato alla velocità per concludere poi con la rifinitura del sabato. Nessun cambiamento sostanziale sulla settimana tipo. La verità è che dopo 4 anni che si sta nello stesso gruppo si diventa una grande famiglia di cui si conosce ogni particolare. Normale che ogni giocatore abbia i suoi pregi e i suoi difetti e su quello si lavora molto di più. Si cerca di incidere proprio a livello di testa per far rendere ognuno al massimo. Si allenano i particolari: prove ed errori consentono di assimilare il gesto, il corpo si modifica in automatico senza neppure accorgersene. E poi sono gli stessi calciatori a chiedere sempre informazione per capire su cosa migliorare.
LA TESTA
Corpo ma soprattutto mente.
Inzaghi è un martello e tutti i giorni insiste sempre sugli stimoli e gli obiettivi. Decisivo anche il presidente Lotito che negli ultimi mesi ha spesso fatto discorsi motivazionali. In ultimo anche prima della Supercoppa vinta a Riad contro la Juventus. Voglia di vincere e testa all’attacco. Il tecnico studia in maniera meticolosa gli avversari e ogni giocatore riceve dei brevi filmati personalizzati sul giocatore che dovranno marcare o che li marcherà. La Lazio ha anche aumentato ulteriormente la verticalità della propria squadra. Ma questo non vuol dire che i biancocelesti ribaltino l’azione con due tocchi. Anzi. Se si osserva il possesso palla medio per partita si noterà che la Lazio è sesta con 27’28 minuti, divisi equamente tra la propria metà campo e quella avversaria. I biancocelesti hanno ottimi palleggiatori e amano impostare l’azione da dietro, tanto che tendono a difendere bassi proprio per favorire la fase offensiva di gioco. In questo modo è più facile far allungare le squadre avversare e ripartire in contropiede (15 in media a partita). La Lazio attacca a pieno organico sfruttando proprio l’alto tasso tecnico (17,9 metri la distanza media dei passaggi). Impressionate il numero degli attacchi portati alle porte avversarie: 895. Con ben 225 tiri (terzo posto nella classifica). Un salto in alto da ogni punto di vista che accende i sogni. Anche quelli che fino a poco tempo fa sembravano proibiti.
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