Lazio, la forma giusta dei sogni

Lazio, la forma giusta dei sogni
di Emiliano Bernardini
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Mercoledì 8 Gennaio 2020, 07:30
Nona vittoria di fila, dodicesima in cui segna due o più gol, secondo miglior attacco (40 reti) del campionato e seconda miglior difesa (17 gol subiti) al pari della Juventus. Trentanove punti, ben 11 in più della scorsa stagione. Numeri impressionanti quelli della Lazio che si conferma sempre più come terza forza del campionato e si candidata come outsider per lo scudetto. Juve e Inter sono avvertite. Rispetto alla passata stagione è tangibile il salto di qualità fatto dai biancocelesti. Ma quali sono i segreti di un gruppo che non smette di stupire?
LA PREPARAZIONE
È indubbio che la preparazione atletica stia giocando un ruolo fondamentale. Non è un caso che la Lazio renda maggior mente nel secondo tempo e che per 6 volte il gol sia arrivato addirittura nei minuti di recupero. Frutto di una lucidità mentale che solo una grande condizione fisica può dare. Giocare solo il campionato è certo un grande aiuto ma va detto che i biancocelesti tra settembre e ottobre hanno giocato praticamente ogni tre giorni. In estate il prof Ripert ha calibrato ancora meglio il programma senza però stravolgerlo. Allenamenti personalizzati e programmi alimentari studiati per ogni singolo giocatore. Attenzione meticolosa ai carichi. Questo non vuol dire che l’intensità delle sedute sia diminuita, anzi. Il martedì è sempre il giorno “peggiore” con grandi carichi di lavoro. Il mercoledì si allena la forza, il giovedì un secondo richiamo aerobico, il venerdì è dedicato alla velocità per concludere poi con la rifinitura del sabato. Nessun cambiamento sostanziale sulla settimana tipo. La verità è che dopo 4 anni che si sta nello stesso gruppo si diventa una grande famiglia di cui si conosce ogni particolare. Normale che ogni giocatore abbia i suoi pregi e i suoi difetti e su quello si lavora molto di più. Si cerca di incidere proprio a livello di testa per far rendere ognuno al massimo. Si allenano i particolari: prove ed errori consentono di assimilare il gesto, il corpo si modifica in automatico senza neppure accorgersene. E poi sono gli stessi calciatori a chiedere sempre informazione per capire su cosa migliorare.
LA TESTA
Corpo ma soprattutto mente.
Inzaghi è un martello e tutti i giorni insiste sempre sugli stimoli e gli obiettivi. Decisivo anche il presidente Lotito che negli ultimi mesi ha spesso fatto discorsi motivazionali. In ultimo anche prima della Supercoppa vinta a Riad contro la Juventus. Voglia di vincere e testa all’attacco. Il tecnico studia in maniera meticolosa gli avversari e ogni giocatore riceve dei brevi filmati personalizzati sul giocatore che dovranno marcare o che li marcherà. La Lazio ha anche aumentato ulteriormente la verticalità della propria squadra. Ma questo non vuol dire che i biancocelesti ribaltino l’azione con due tocchi. Anzi. Se si osserva il possesso palla medio per partita si noterà che la Lazio è sesta con 27’28 minuti, divisi equamente tra la propria metà campo e quella avversaria. I biancocelesti hanno ottimi palleggiatori e amano impostare l’azione da dietro, tanto che tendono a difendere bassi proprio per favorire la fase offensiva di gioco. In questo modo è più facile far allungare le squadre avversare e ripartire in contropiede (15 in media a partita). La Lazio attacca a pieno organico sfruttando proprio l’alto tasso tecnico (17,9 metri la distanza media dei passaggi). Impressionate il numero degli attacchi portati alle porte avversarie: 895. Con ben 225 tiri (terzo posto nella classifica). Un salto in alto da ogni punto di vista che accende i sogni. Anche quelli che fino a poco tempo fa sembravano proibiti.
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