Lautaro Martinez condannato, aveva licenziato la baby sitter in fin di vita. Ma si difende: «Assunta già malata, l'abbiamo aiutata»

L'attaccante dell'Inter costretto a risarcire la famiglia della donna, deceduta poi lo scorso gennaio

La baby sitter è in fin di vita, lui la licenzia: Lautaro condannato dal Tribunale di Milano
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Mercoledì 11 Ottobre 2023, 17:01 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 08:05

Lautaro Martinez sta vivendo un momento d'oro in campo, un po' meno fuori. In queste ore infatti è arrivata la sentenza del Tribunale di Milano che ha condannato l'attaccante dell'Inter per aver licenziato illegittimamente una baby sitter di 27 anni nel momento in cui aveva scoperto una grave malattia terminale. La donna era infatti stata assunta per la figlia Nina, ma otto mesi dopo l'assunzione la stessa aveva accusato dei forti dolori all'addome ed era stata costretta al ricovero in ospedale.

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Gli esami strumentali hanno evidenziato una grave malattia terminale e la donna è stata costretta, nelle settimane successive, a un ricovero a oltranza.

Ma oltre alla terribile notizia, la baby sitter ha ricevuto anche una lettera di licenziamento da parte di Lautaro motivata con il fatto che avesse sforato il massimo di giorni di malattia consentiti.

La causa

La fine del rapporto con i Martinez non è andato giù alla giovane che si è rivolta a uno studio legale e ha avviato una causa contro il calciatore. Dopo diversi tentativi di accordo, sempre respinti da Lautaro, la questione è arrivata davanti al tribunale del Lavoro di Milano, che ha costretto l'argentino a pagare le spese legali sostenute dall'accusa e pagare un risarcimento alla famiglia della ragazza, deceduta, proprio per la malattia per cui era stata licenziata, lo scorso gennaio.

 

Lautaro: «L'abbiamo assunta che era già malata»

«Avevo deciso di rimanere in silenzio per rispetto - ha scritto Lautaro sui social -. Ma non permetterò che venga infamata la mia famiglia. Abbiamo assunto una persona che era già malata, nostra amica da una vita. Abbiamo fatto molto per lei e la sua famiglia. Abbiamo pagato viaggi, aiutato a trovare i letti in ospedale, aiutato con le cure, con la sistemazione della famiglia che abbiamo dovuto convincere affinché venisse ad occuparsi della figlia che stava morendo. E la sua famiglia, mentre la figlia stava morendo, ha tentato di ottenere soldi da noi, ha tentato di approfittarsi della situazione anche dopo la morte. Noi l'aiuto, un grande aiuto, lo abbiamo dato a lei quando aveva bisogno. E ora tentate di infamarci? Che razza di persone siete che tentate di approfittare della morte di un figlio per ottenere denaro?».

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