LA MANO DI SILVIO
Del resto non va dimenticato che Seedorf era stata una scelta diretta del presidente, mentre Inzaghi è stato fortemente voluto da Galliani, Berlusconi a gennaio su di lui aveva posto un veto. Sta di fatto che dopo quel “non fanno quel che dico io”, Inzaghi ha cambiato modulo: dal 4-3-3 su cui aveva cominciato a lavorare al 4-2-3-1 utilizzato, ebbene sì, proprio da Seedorf. Non solo. Ma gli sprazzi di gioco migliori il Milan quest'anno li ha offerti impiegando Menez come falso nueve, senza dare cioè punti di riferimento agli avversari. Poi è arrivato Torres e si è dovuto cambiare tutto. Un'imposizione della Real Casa? Chissà. Certo è che con Torres, a Empoli e a Cesena, cioè in due campi dove una squadra che mira al terzo posto deve vincere, il Milan ha giocato molto peggio di prima. Il terzo posto è l'obiettivo dichiarato di Galliani. Ma può questo Milan, con o senza l'apprendista allenatore Inzaghi, ambire al terzo posto? In attacco ci sono più alternative rispetto agli ultimi due campionati. Ma il centrocampo non è all'altezza, né qualitativamente, né quantitativamente. E la difesa, qualunque sia l'allenatore, da anni ripete gli stessi errori. I rossoneri per ora sembrano affidarsi quasi solo ai guizzi di Menez. Imprevedibili. Ma insufficienti a giustificare ambizioni di Champions. Nonostante le attuali difficoltà di Napoli, Fiorentina e Inter. Che hanno tutte qualcosa più del Milan.