Inzaghi, i conti non tornano: il suo Milan va peggio di quello di Seedorf

Inzaghi, i conti non tornano: il suo Milan va peggio di quello di Seedorf
di Gianfranco Teotino
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Lunedì 29 Settembre 2014, 06:06 - Ultimo aggiornamento: 10:03
INGANNEVOLE è l'ottimismo sopra ogni cosa. L'ottimismo di Inzaghi. Lo ascolti e non capisci. E' sempre soddisfatto, sempre convinto che le cose siano andate bene e che nel futuro andranno meglio. Grazie a lui e al suo gruppo meraviglioso. «Senza il gol subìto, avremmo vinto» la perla di ieri. Certo, se mia nonna avesse le rotelle… E ancora: «Che penserà il presidente di questa prestazione? Credo sia soddisfatto, abbiamo offerto un calcio molto propositivo». Sarà. Poi leggi la classifica e scopri quello che non ti aspetti: il Milan di Seedorf, nel girone di ritorno dello scorso campionato, ha viaggiato a una media di 1,84 punti a partita, il Milan di Inzaghi sta viaggiando a una media di 1,60 punti a partita. Dunque, Inzaghi sta facendo peggio di Seedorf. Eppure, intorno alla squadra rossonera continui a sentir dire che Inzaghi sta ricostruendo ciò che Seedorf aveva distrutto. «Considerato da dove partivamo – è uno dei ritornelli di Pippo – stiamo facendo davvero bene». I numeri certificano che non è vero. Che cosa succederà adesso è difficile prevederlo. Le battute di Berlusconi, quelle che è sempre complicato interpretare correttamente – semplici battute o avvertimenti? – sono arrivate prima del solito. Subito dopo la sconfitta con la Juve, più umiliante, per via del non gioco rossonero, di quanto il risultato dicesse. Poi sono state ripetute dopo il fortunoso pareggio di Empoli.



LA MANO DI SILVIO

Del resto non va dimenticato che Seedorf era stata una scelta diretta del presidente, mentre Inzaghi è stato fortemente voluto da Galliani, Berlusconi a gennaio su di lui aveva posto un veto. Sta di fatto che dopo quel “non fanno quel che dico io”, Inzaghi ha cambiato modulo: dal 4-3-3 su cui aveva cominciato a lavorare al 4-2-3-1 utilizzato, ebbene sì, proprio da Seedorf. Non solo. Ma gli sprazzi di gioco migliori il Milan quest'anno li ha offerti impiegando Menez come falso nueve, senza dare cioè punti di riferimento agli avversari. Poi è arrivato Torres e si è dovuto cambiare tutto. Un'imposizione della Real Casa? Chissà. Certo è che con Torres, a Empoli e a Cesena, cioè in due campi dove una squadra che mira al terzo posto deve vincere, il Milan ha giocato molto peggio di prima. Il terzo posto è l'obiettivo dichiarato di Galliani. Ma può questo Milan, con o senza l'apprendista allenatore Inzaghi, ambire al terzo posto? In attacco ci sono più alternative rispetto agli ultimi due campionati. Ma il centrocampo non è all'altezza, né qualitativamente, né quantitativamente. E la difesa, qualunque sia l'allenatore, da anni ripete gli stessi errori. I rossoneri per ora sembrano affidarsi quasi solo ai guizzi di Menez. Imprevedibili. Ma insufficienti a giustificare ambizioni di Champions. Nonostante le attuali difficoltà di Napoli, Fiorentina e Inter. Che hanno tutte qualcosa più del Milan.