L'agente di Immobile: «Ciro deve giocare». Felipe Anderson, stop al rinnovo

L'agente di Immobile: «Ciro deve giocare». Felipe Anderson, stop al rinnovo
di Alberto Abbate
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Venerdì 1 Dicembre 2023, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 08:51

Sos. Spento, opaco e spaesato. Cosa sta succedendo a Felipe Anderson? Se lo chiedono i tifosi, ma ora lo stesso quesito agita Formello. Perché il brasiliano non è più lo stesso nemmeno in allenamento. Si sperava che la nascita della piccola Helena potesse ridargli entusiasmo, invece il vero Felipe non è ancora tornato. Martedì in Champions come a Salerno. Non a caso, il ds Fabiani aveva annunciato per questa settimana l'incontro decisivo per il rinnovo (a 3,5 milioni sino al 2028) del contratto in scadenza a giugno, ma ha convinto Lotito a congelarlo momentaneamente, magari in attesa di nuovi segnali di vita del brasiliano. Anderson deve guadagnarsi il suo futuro e smentire chi intravede il percorso in declino della prima esperienza alla Lazio. Allora aveva litigato con Simone Inzaghi perché non voleva fare il terzino, a 30 anni il lavoro sporco sulla fascia lo sta stremando. Rincula e non riesce più a essere lucido né a saltare l'uomo. Forse anche Sarri lo ha spremuto troppo: nessuno ha collezionato 116 partite di seguito in tutta Europa, poco importa se da titolare o subentrato. Felipe gioca ininterrottamente da due anni e mezzo, è ovvio abbia bisogno di riposo. Così è svuotato e inoffensivo.

La fase difensiva

Non ci saranno soste sino a marzo. E solo Felipe può far cambiare il passo. L'anno scorso segnò 12 gol e 9 assist in tutte le competizioni, ora è fermo alla rete liberatoria del 21 ottobre a Reggio Emilia col Sassuolo, ai 2 cioccolatini di Napoli, altri due fra Torino e Atalanta, equivalenti guarda caso a quattro vittorie della Lazio. Ha sbagliato tutto nel primo tempo col Celtic Glasgow, sciupato un cross di Guendouzi al bacio: se invece di andarci di testa, avesse allungato il destro, avrebbe sfondato la porta e realizzato forse il gol più bello della Champions. Invece in Europa Anderson è ancora a digiuno, decisivo solo con l'assist per Immobile nel ritorno all'Olimpico contro il Feyenoord. Per carità, martedì ha lanciato Isaksen con un filtrante delizioso di sinistro, ma da lui ci si aspetta sempre più di un coniglietto nel cilindro. Difficile quando corri a destra e a sinistra, avanti e indietro come un dannato. Nella ripresa contro gli scozzesi Felipe ha salvato un gol facendosi 60 metri per coprire un vuoto lasciato da Luis Alberto. Resta fondamentale per mettere pezze e donare equilibrio, ma ora è troppo. Forse la cura Immobile gli farebbe bene contro il Cagliari per tirare il fiato.

Rischia il posto

Salvate il soldato Anderson. D'altronde, non deve giocare chi sta meglio? Facile a dirsi, poi però bisogna fare i conti con tutto il resto. Innanzitutto con l'infermeria, e più precisamente con Zaccagni alle prese con una distorsione all'anca e ancora ai box. Poi con la forma e l'età di Pedro, che non sta certo garantendo prestazioni migliori del brasiliano. Domani pomeriggio Isaksen si merita senz'altro la terza chance dall'inizio, ma Sarri dovrà fare una scelta ancora fra Felipe e lo spagnolo. Servono i gol biancocelesti per scardinare un muro, non può bastare sempre e solo Ciro: «Chi sta bene e segna, deve giocare - le parole polemiche per l'ultima panchina dell'agente Sommella a Radio Sportiva - ed essere utilizzato nelle partite importanti. Se poi Sarri opta per Castellanos avrà i suoi obiettivi. La realtà dei fatti è che Immobile è nel pieno della maturità, può dare tanto e ha rifiutato i petroldollari dell'Arabia e degli Emirati per giocarsi la Champions con la Lazio e l'Europeo da capitano in azzurro».
 
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