Roma, Dybala punta alla sfida di giovedì: oggi gli esami. Ma l'attacco giallorosso stenta

La Roma spera di recuperare la Joya per l'Europa League:

Roma, Dybala punta alla sfida di giovedì: oggi gli esami. Ma l'attacco giallorosso stenta
di Stefano Carina
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Sabato 15 Aprile 2023, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 15:11

A conti fatti, sono più gli attaccanti in infermeria che quelli a disposizione. Il ko di Rotterdam è già stato archiviato con il suo carico di delusione per quello che poteva essere e non è stato. Più difficile digerire invece gli stop di Abraham e Dybala. Con Solbakken ai box, Mou per l'Udinese si ritrova con appena due attaccanti di ruolo a disposizione: El Shaarawy e Belotti. Non il massimo considerando che il Gallo, a metà a aprile, cerca ancora il primo gol in campionato. Gli esami di ieri hanno confermato la lussazione alla spalla destra per Tammy (esclusa però l'operazione) anche se l'allarmismo delle prime ore ha lasciato spazio ad un flebile ottimismo (potrebbe recuperare prima del previsto). Lo stesso che si respira per Paulo. Per l'argentino il responso ufficiale arriverà oggi. La Joya, come era già accaduto a febbraio, dopo lo stop con il Salisburgo, ha svolto la solita ecografia a Trigoria dalla quale però si è visto poco, considerando che l'edema copre in parte la zona interessata del flessore destro. In giornata dovrebbe sottoporsi agli esami strumentali dai quali si capirà se avrà o meno speranze di giocare giovedì contro gli olandesi.

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Nessuno si sbilancia, non resta quindi che affidarsi alle sensazioni del calciatore che anche ieri appariva fiducioso su un possibile recupero. Anche nel match di ritorno contro gli austriaci non si allenò fino alla vigilia, svolgendo soltanto lavoro individuale. All'epoca si trattò di un sovraccarico muscolare, la speranza è che la diagnosi sia la stessa.
PARADOSSO
Del resto avere Paulo o meno fa tutta la differenza del mondo.

In stagione ha saltato 10 partite nelle quali la Roma ha perso 3 volte (Lazio, Napoli, Atalanta), pareggiato 2 (Betis e Sassuolo) e vinto le restanti 5 (Sampdoria, Hjk, Ludogorets e Verona 2 volte). Quello che salta agli occhi però è come al di là delle 6 reti equamente divise tra la trasferta al Bentegodi e l'impegno casalingo contro i bulgari, nelle restanti 8 partite la Roma senza l'argentino ha segnato 2 gol soltanto una volta, a Helsinki. Per quattro volte è rimasta a secco e nelle altre quattro ha segnato appena un gol. Non il miglior biglietto da visita in vista del ritorno contro il Feyenoord. La crisi nella quale è piombato il reparto offensivo giallorosso (che in campionato è 7°a parità con l'Udinese) per certi versi è inspiegabile. Perché se è vero che la Roma, per filosofia tattica, attacca con meno uomini rispetto agli avversari quello che poi contano alla fine sono le occasioni create. E in Europa League, tanto per rimanere in tema, la percentuale realizzativa dei giallorossi si aggira attorno al 10%.

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Per intenderci: il Feyenoord viaggia a quasi il doppio (19%). A dimostrazione di come sia difficile trovare una giustificazione a questa anomalia, c'è anche il fatto che la Roma è la seconda squadra che conclude di più nella competizione. Poi, però, se si va a vedere il rendimento dei due centravanti, ci si rende conto che non tirano mai in porta. A Rotterdam, un'ora Tammy, mezz'ora il Gallo non hanno effettuato una conclusione che sia una. Eppure il dato degli expected gol recitava 0.59 per gli olandesi e 2.04 per i giallorossi. Canovaccio che inizia a essere sempre lo stesso nelle trasferte europee: anche con la Real Sociedad più che con il Salisburgo, la Roma oltre a non trovare la via del gol (dopo che c'era riuscita per 24 trasferte consecutive) non ha mai regalato al suo terminale offensivo la possibilità di concludere a rete. Numeri e osservazioni che lasciano intendere da un lato come sia difficile dare una spiegazione univoca e dall'altro come la crisi non escluda il rendimento dei singoli. Per restare su Tammy: a Rotterdam due volte ha avuto la possibilità di attaccare il primo palo bruciando il lentissimo Trauner e non lo ha mai fatto. Movimenti che invece lo scorso anno erano routine. Mou l'altra sera, sollecitato sull'argomento, se l'è cavata con una battuta: «Segniamo poco? Non abbiamo Haaland». Chissà se Belotti e Abraham avranno sorriso.
 

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