COLPA DI MOU
Casillas ha dunque perso... la casa. E di sicuro nessuno avrebbe mai ipotizzato uno scenario simile. D’altronde Iker ha raccolto solo 14 presenze durante la stagione attuale: sei in Champions, quattro nella Copa del Rey, altrettante indossando i colori della Spagna. E ha incassato soltanto quattro gol, uno ogni 275’. Cifre da campione, ovvio, che stridono molto con i numeri legati alle apparizioni sul campo. Casillas, fra l’altro, è ad un soffio dal proprio primato di imbattibilità: ha bisogno appena di 19’ per superare il record di 520’, stabilito nel 2013. Viceversa il capitano è diventato il «portiere di coppa» (o di scorta) per una serie di ragioni imprevedibili. Le prime difficoltà sono montate nel corso della guida madridista di Mourinho: Iker, un tempo San Iker, mostrò il proprio dissenso nei confronti del portoghese, polemizzò duramente e rimediò un’esclusione per scelta tecnica. Mai accaduto nei 10 anni precedenti. Un’eresia. Casillas, poi, subì un infortunio al polso che spalancò letteralmente la porta prima a Adán, quindi a Diego López, allora appena riacquistato dal club. E non basta. Le diverse frange della tifoseria bianca presero a insultarsi nel nome di Iker, specie sugli spalti del Bernabeu: alcune lo volevano inamovibile, altre sostituibile.
VISTA MONDIALE
L’approdo di Ancelotti in Spagna non ha capovolto le gerarchie per la verità, piuttosto le ha accentuate: López è rimasto il titolare. Eppure Casillas, classe ‘81, è e resterà un’icona del Madrid: ha cominciato a vestire la maglia bianca a soli 9 anni, ad esempio, ha collezionato 664 presenze, anche due campionati di fila, oltre che cinque Liga, due Champions e una coppa Intercontinentale. Un campione affidabile, prodigioso sul piano tecnico. Il quadro si è però ribaltato: capita nello sport come nella vita. E il primo, in senso stretto e in senso lato, è divenuto l’ultimo. «Non ricordo un caso come quello di Casillas», ha confidato venerdì Ancelotti. Quanto al futuro, Iker ha certo pensato di lasciare il Madrid: vuole giocare il più possibile, e ora spera che il Real avanzi nella Champions. D’altra parte deve convincere pure il ct del Bosque a non cambiare l’ordine delle preferenze: il Mondiale sarà un passaggio decisivo. Intanto Iker ha formato una famiglia con la giornalista Sara Carbonero: il 3 gennaio è nato Martín, già socio numero 96.966 del Real Madrid, l’amore di papà.
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