INSOSTITUIBILE
Quei monelli di Keita e Felipe Anderson fanno già le macumbe, ieri scorazzavano felici e contenti (contro la Primavera) nel 4-3-3 di Pioli. La febbre scenderà, Mauri li scavalcherà ancora. Al massimo uno dei due giovanotti potrà insidiare Lulic al rientro dalla Bosnia (in diffida e già appannato col Sassuolo), Mauri non si tocca. Fa troppo bene alla salute biancoceleste: due gare dal primo minuto, due vittorie. E c'è pure lo zampino sulla terza col Cesena: uno scampolo, un altro colpo da biliardo. Domenica scorsa Stefano siglava la sua seconda rete dai 25 metri: un siluro di rara precisione e potenza. Che è nulla senza il controllo di Mauri. Serafico pure quando chiunque altro andrebbe in tilt: «Ero e sono tranquillo, ma il mio ultimo gol ha un sapore molto particolare».
IMPERTURBABILE
S'è tolto un Sassuolo dalle scarpe. Dalla Procura di Cremona alla vigilia, dopo un anno di perizia, si erano ricordati che non potevano accedere al suo cellulare senza il pin. Stefano si stava allenando a Formello, mentre rispondeva così al suo avvocato: «L'avevo comprato tre mesi prima quel cellulare e lo cambio in continuazione... Devo fare mente locale». Mentre il laziale "meditava", a Cremona spifferavano subito di un rifiuto a fornire la password. Adesso il 29 ottobre verranno scoperti i risultati della maxi-perizia, ma c'è un particolare che i legali di Stefeno spiattelleranno in faccia al gip Salvini: «Perché non è stato convocato Zamperini, personaggio chiave nella vicenda-Mauri?».
PORTAFORTUNA
Il veleno di Mauri è nettare per la Lazio. Pensateci bene: nel maggio 2012 era al buio di Ca' del Ferro, un anno dopo alzava al sole la Coppa Italia sulla Roma. Quindi sei mesi di squalifica e appena quattro per conquistarsi un rinnovo trattato con Lotito in prima persona. Senza agenti o legali, Stefano ormai è avvocato di se stesso. Con Pioli ha fatto parlare il campo, i numeri. Due centri in 191 minuti sono l'impronta di una squadra, che deve diventare a sua immagine e somiglianza: di qualità, ma esperta e cinica. E' Mauri la retta via della Lazio alla conquista dell'Europa.