L'opinione pubblica fu così portata a conoscenza dell'esistenza di quella che fu definita al tempo una 'cupolà capace di indirizzare i risultati del campionato. Lo scandalo travolse anche l'altro designatore, Paolo Bergamo, l'allora vicepresidente della Figc, Innocenzo Mazzini e l'amministratore delegato della Juve, Antonio Giraudo, che proprio oggi è tornato al Foro Italico per incontrare il presidente della Federgolf Chimenti per parlare di manifestazioni sul green. La giustizia sportiva retrocesse la Juventus in B, privandola di due scudetti e pesanti penalizzazioni colpirono Milan, Fiorentina e Lazio. Arbitri e dirigenti - tra i quali Moggi e Giraudo - vennero radiati dal calcio. Meno incisiva e rapida fu la giustizia penale, che cancellò molte posizioni scomode per prescrizione. Nel marzo del 2015 la cassazione annullò quasi tutte le condanne. L'ex arbitro aretino Bertini - ricorda il servizio di Sky TG24 - rinunciò però alla prescrizione che avrebbe cancellato le condanne subite, ma non le accuse di associazione a delinquere e frode sportiva. Ed in Cassazione fu assolto «perchè il fatto non sussiste».
«A prescindere dall'esito finale del processo, la pena l'ho comunque scontata tutta, il massimo della pena - ricorda oggi Bertini - Sono stato estromesso dal mondo arbitrale, ho subito la gogna mediatica.
Per la mia percezione è stato un processo giocato molto di più sui giornali che non in tribunale. Forse perchè viziato fin dall'inizio dall'ombra della prescrizione».
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