«Felipe? Un altro Cristiano». Per gli ex della Lazio nessun dubbio: «Anderson un fuoriclasse internazionale»

«Felipe? Un altro Cristiano». Per gli ex della Lazio nessun dubbio: «Anderson un fuoriclasse internazionale»
di Alberto Abbate
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Giovedì 19 Marzo 2015, 06:26 - Ultimo aggiornamento: 10:55
«Se mi offrono 100 milioni, forse ci penso a cederlo», pare abbia già bofonchiato Lotito. E, udite, udite, stavolta Pulici è d'accordo: «Anderson è senza prezzo, fuori mercato. Avrebbe giocato titolare anche nella Lazio di Cragnotti». Andiamoci piano: «Deve esprimersi un altro po' a questi livelli - precisa Zoff - per essere titolare di quella formazione del 2000. A me non ricorda nessun ex biancoceleste, piuttosto Causio nel dribbling e nell'esplosività». For president, Vincenzino D'Amico: «Ora è il numero uno biancoceleste. Assomiglia all'amico Neymar, ma Felipe ha più potenza e progressione». Altro che Pogba, a sentir Fiore: «E' lui il miglior giocatore del campionato». Oddo vola in Bundesliga, reminiscenze da Bayern: «Per me è uguale a Ribery, anche se mi ricorda il Cesaretto dei tempi di Mancini». Chiediamo quindi al diretto Aparecido: «E' più simile a Conceição, come tipo di giocatore, ma con un tocco di palla diverso. E' grintoso e recupera anche tanti palloni». Il lavoro preferito di Almeyda: «Felipe ha potenzialità pazzesche, così la Lazio - costruendo intorno a lui il proprio futuro - potrà tornare a vincere tanti trofei». Chi li ha alzati al Milan, ci spera: «Anderson può diventare uno dei più forti dell'elite del calcio - spiega Brocchi - ma un conto è essere una sorpresa, un altro una conferma. Per me in assoluto assomiglia a Cristiano Ronaldo per tecnica, velocità e imprevedibilità».

L'IDOLO RONALDO

Nome in codice FA7, pure Pioli ora azzarda il paragone: «Felipe mi ricorda Cristiano Ronaldo, anche lui è diventato un campione, passando momenti in cui sembrava giocare da solo». 14 agosto 2002, preliminare Champions a Lisbona, a mezz'ora dalla fine in campo un furetto 17enne, tutto dribbling e fumo di gloria: quel ragazzino dello Sporting “snobbato” dai giocatori dell'Inter, oggi è il più forte al mondo. Poteva essere biancoceleste quell'estate, Ronaldo, lo voleva Mancini a Formello, c'era un derby col Parma, il sorpasso della Juve, infine niente serie A: assegno da 12 milioni di sterline di Sir Alex Ferguson e United nel futuro. Il Real sei anni dopo ne avrebbe versati 94, di milioni, nelle casse dei Red Devils. Può colmare il rimpianto, Felipe, quello che non fu allora magari potrà essere domani. E' bello spizzare il destino, prevederlo nei numeri. Anderson - alla seconda stagione in Serie A - sta facendo meglio di Cristiano Ronaldo alla sua seconda annata in Premier, allo United: nel 2004/05 in tre competizioni (in 50 presenze, 8 in Champions) il portoghese segnò 9 reti (una ogni 412') e collezionò 6 assist. Già superato dal brasiliano negli assist (8) e raggiunto nei centri (9, uno ogni 154') fra campionato e Coppa Italia in 24 apparizioni.

MEGLIO DEL BLAU-GRANA

Raggiunta quota 7 reti in trasferta, nessuno meglio in serie A: sotto di un gol persino il capocannoniere Tevez. Nelle ultime 10 partite da titolare (tra campionato e Coppa Italia) il signor Anderson ha firmato otto gol e sette assist. E' capocannoniere laziale, è scatenato a quattro gol dal centrocampista più prolifico della storia biancoceleste. Candreva aveva superato Nedved a quota 12 la stagione scorsa. Pronto il ribaltone sotto la spinta di un rinnovo (a 1,2 milioni più bonus) sino al 2019. Un premio a Anderson, una garanzia per il club. United, City e Liverpool, Atletico, ma soprattutto Real e Bayern avvertite, giù le mani dal brasiliano. Perché la Lazio non può essere più Felipe di così. Anzi sì, può sorpassare la Roma che lo aveva “snobbato”: «E' vero, lo proposi ai giallorossi – spiega il manager Zavaglia – e lo rifiutarono. Anderson diventerà più forte di Neymar». Già lo ha superato nelle ultime 10 partite: il brasiliano non ha rivali per gol (0,8) e assist (0,7) in Italia, in Europa è solo sotto Messi. Mica davvero una Pulce.