Caso Russia, la Wada conferma: «Esisteva un doping di Stato». Bach: «Cio pronto alle sanzioni più dure».

Caso Russia, la Wada conferma: «Esisteva un doping di Stato». Bach: «Cio pronto alle sanzioni più dure».
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Lunedì 18 Luglio 2016, 15:27 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 09:00

Il doping dello sport russo era coperto e favorito dallo Stato, e non solo per l'atletica leggera: è la conclusione del rapporto dell'agenzia Mondiale antidoping, pubblicato oggi. Per la Wada, si trattava di un sistema di falsificazione dei test ordinato dalle autorità politiche. Il laboratorio di Sochi in particolare operò per consentire ad atleti russi dopati di competere ai Giochi 2014, e tutto sotto indicazione del ministro dello sport di Mosca, con il controllo dei servizi segreti.

La manipolazione dei test antidoping nello sport russo coinvolgeva il laboratorio di Sochi, ma anche quello di Mosca, per almeno 312 casi: lo sostiene il rapporto Wada della commissione indipendente diretta da Richard McLaren, secondo cui il sistema messo in piedi dal ministero dello Sport cominciò con Vancouver nel 2010, coinvolse «in pratica tutti gli sport», ebbe effetto anche a Londra 2012, ai mondiali di atletica di Mosca 2013 ed a quelli di nuoto di Kazan 2015.


A capo del sistema di falsificazione dei test antidoping per gli atleti russi, tra 2010 e 2015, c'era il ministero dello sport di Mosca, con la collaborazione dei servizi di sicurezza (l'Fsb, ex Kgb) e del centro nazionale di preparazione del Team Russia: lo sostiene il rapporto Wada della commissione indipendente, guidata dall'avvocato canadese Richard McLaren, le cui conclusioni sono state rese note oggi.

Il rapporto conferma le denunce dell'ex direttore del laboratorio antidoping russo, Grigory Rodchenkov, fuggito negli Usa dopo la morte in circostanze poco chiare di due colleghi. McLaren garantisce che le principali conclusioni del suo rappporto «sono supportate da prove» e ha definito «metodo di sparizione dei casi positivi» il modo in cui i test sfavorevoli agli atleti russi venivano fatti 'sparirè. Mc Laren sostiene che di tutto ciò veniva costantemente informato, in occasione dei Giochi di Sochi, il viceministro dello Sport, Yuri Nagornykh e sottolinea il fatto che, a suo dire «il Ministro dello Sport non potesse non essere a conoscenza della cosa, viste le dimensioni del fenomeno».


Il Cio è pronto «alle più dure sanzioni» nei confronti di persone e organismi coinvolti nello scandalo doping della Russia, così come rivelato dal rapporto Wada pubblicato oggi che rivela «un inedito e choccante attacco all'integrità dello sport e dei Giochi Olimpici». È il messaggio del presidente del Comitato olimpico internazionale, Tomas Bach, in attesa dell'esecutivo convocato d'urgenza per domani in via telefonica per decidere su sospensioni immediata in chiave Rio 2016.«Le conclusioni del rapporto mostrano uno choccante e inedito attacco all'integrità dello sport e dei Giochi Olimpici - dichiara Bach -. Di conseguenza il Cio non esiterà a prendere le più dure sanzioni a disposizione contro ogni individuo o organismo implicato». Per domani è stato convocato un esecutivo telefonico che «potrebbe includere misure provvisorie e sanzioni - spiega il Cio - relativi ai Giochi olimpici di Rio 2016».

Il Comitato olimpico aggiunge che in queste ore «studierà con attenzione queste complesse e dettagliate accuse» nel rapporto appena ricevuto dalla commissione McLaren, in particolare «in relazione al ministero russo dello sport».
 

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