Pallanuoto, Nicholas Presciutti: «Il nostro è un Settebello di amici»

Pallanuoto, Nicholas Presciutti: «Il nostro è un Settebello di amici»
di Alessandra Camilletti
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Lunedì 5 Dicembre 2016, 12:58 - Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 19:55
«La squadra è giovane, rinnovata. Noi che a Rio eravamo i più giovani, dobbiamo essere protagonisti da subito in Nazionale». Nicholas Presciutti da Rio a Ruza, passando per il campionato di serie A1 dove milita nell'AN Brescia. Domani il Settebello debutta in World League contro la Russia, nel primo match della Nazionale di pallanuoto dopo i Giochi del Brasile. In vasca, sette medagliati sui 13 convocati da Sandro Campagna. Tra questi Nicholas, attaccante, 23 anni il 14 dicembre.
Che effetto fa tornare in acqua con la Nazionale dopo il bronzo dell'Olimpiade?
«È emozionante. Iniziano quattro anni duri, in cui si dovrà lavorare molto per confermare e fare meglio di Rio».
Cosa s'aspetta dalla World League?
«È imprevedibile, sarà curioso vedere come ci inseriremo. E come il gruppo lavorerà insieme, come si amalgama. Il campionato è attivo, c'è chi è più in forma e chi meno, ma siamo una squadra competitiva: tutti giocatori di livello e pronti a dare il massimo».
Debutto con la Russia, un osso duro da sempre (sconfisse l'Italia ai rigori nel 2013, dopo l'argento di Londra). Che squadra si aspetta?
«Una buona squadra, con giovani individualità eccezionali. Sono grossi e bravi, sarà dura. E soprattutto giocano a casa loro, non ci staranno a lasciarci vincere facilmente. Ma noi siamo l'Italia e conosciamo le nostre potenzialità e le nostre forze».

 
Che squadra sarà, nel complesso, l'Italia?
«Voglio vedere più amici possibili lottare insieme. Vorrei vedere noi più giovani protagonisti insieme ai reduci di Rio. Penso ad Aicardi, e non so se mio fratello continuerà o meno».
Qual è il ricordo più vivo della medaglia dell'Olimpiade?
«La finale, sicuramente. Abbiamo vissuto quattro anni intensi, l'ultimo in particolare. Oltre al coronamento di un sogno, la medaglia è stata una liberazione: ce l'abbiamo fatta».
Com'è stato dividere un'esperienza così importante con suo fratello, Christian?
«Emozionante anche questo, il momento più bello della mia vita».
Il clima nel gruppo?
«Si crea un legame di fratellanza. Anche un semplice collegiale è sempre un allenamento di alto livello e la fatica lega molto. Campagna è un allenatore molto esigente e tutti puntiamo a dare il massimo».
Uno dei temi più attuali nello sport è il ricambio generazionale. Si sente parte di questo percorso?
«Sì. Per Rio c'è stato un ricambio nei primi tre anni. Nell'anno olimpico, invece, l'allenatore punta sui giocatori più in forma, quelli con cui ha lavorato e in cui crede. Il giovane deve essere bravo a farsi trovare pronto e ad inserirsi. Il vero cambio dipende da noi, che dobbiamo entrare come protagonisti assoluti in Nazionale».
Da giovani a grandi. È un po' così?
«L'allenatore ha dato riposo ai più grandi. Se si deve creare un mix, noi siamo i giovani che vogliono diventare grandi».
Cosa le ha dato il Settebello?
«Tanto. Arrivavo dal Brescia, che è una squadra competitiva, ma non sapevo cosa aspettarmi da Rio, se un'Olimpiade da riserva o da giovane protagonista, e poi mi sono trovato ad avere un ruolo importante, con un buon minutaggio, tanta responsabilità in più e consapevolezza. Adesso so sicuramente quello che posso dare alla Nazionale e al mio club».
Nella Capitale è nato ed ha iniziato a giocare. Qual è il suo rapporto con Roma?
«Vengo da Guidonia Montecelio e con Roma ho un rapporto stupendo: ci ho vissuto in piscina tutti i giorni. La prima palla con la Lottomatica Roma, la prima società ufficiale è stata la Lazio nuoto. Poi la Roma Vis Nova. Ogni volta che scendo a giocare a Roma è una grandissima emozione».
Lazio-Roma ieri, il derby di basket in A2 una settimana fa. Quanto può crescere il clima sportivo della città, a partire dalle sue squadre e dai suoi atleti?
«Il clima sportivo a Roma è speciale, non c'è in nessun'altra città. È già stupendo. Sono tifoso della Roma e da sempre vado allo stadio. Il clima più bello che c'è».
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