Barelli: «Il mio nuoto contro tutti»

Barelli: «Il mio nuoto contro tutti»
di Emiliano Bernardini
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Lunedì 15 Gennaio 2018, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 11:31

Paolo Barelli ed il nuoto, un binomio impossibile da immaginare diviso. Quindici medaglie olimpiche e ottantasette mondiali il palmares nei suoi 18 anni di presidenza. E' stato eletto al vertice della Federnuoto nel 2000 e questo è il suo quinto mandato.
Ha mai pensato di abdicare?
«In quest'ultimo periodo mi hanno invitato più volte a farlo e in più modi. Le società sportive gradiscono il mio mandato. Io non mollo».
Il richiamo alla politica potrebbe essere un valido motivo?
«Dal 2001 al 2013 ho ricoperto anche il ruolo di Senatore e ho sempre distinto bene gli incarichi».
Tutto rose e fiori nel nuoto che vince e fa divertire?
«Assolutamente no. Lo Stato moderno per rimanere nei parametri europei deve essere in grado di erogare servizi: impianti e sport nelle scuole. Non ci sono le palestre figuriamoci le piscine».
A questo proposito più volte si è cercato di colmare il gap
«Oggi è la rete delle 70 mila società sportive che garantisce la pratica sportiva in Italia. Se si vuole essere al passo con un sistema di tipo europeo bisogna investire in queste società che sono tutte alla canna del gas».
In che modo lo si può fare?
«La maggior parte di queste associazioni basano la loro esistenza sul volontariato. Un primo passo potrebbe essere quello di incrementare le agevolazioni. Credo che quello che è stato fatto dal governo Berlusconi e quello che sta facendo l'attuale governo con il ministro dello sport Lotti sia ancora poco».
In questo senso la presenza di un ministro dello sport può essere un aiuto in più?
«Ritengo sia molto utile. Perché sono variate le condizioni dello sport italiano. Prima lo sport era interamente finanziato dal totocalcio oggi invece ci sono le finanziarie».
A proposito cosa ne pensa dell'ultima finanziaria?
«Alcune di queste decisioni proseguono sulla falsa linea dei governi precedenti. Altre invece si sarebbero potute gestire in maniera differente».
Ad esempio?
«Parlo delle società sportive a fini di lucro. Ho paura che i contro superino i pro. Credo che alcune società invece che destinare i soldi all'agonismo li investano nella tassazione ridotta lasciando così l'attività. Paltrinieri lo crea la Virgin o la Coopernuoto di Carpi?».
Possiamo dire che la realtà è un po' diversa da quella che viene descritta?
«Abbiamo problemi notevoli che non vanno nascosti. Basti pensare che l'unica piscina da 50 metri in muratura l'ha fatta Benito Mussolini nel 1936 e che per fare i due centri federali c'è voluto il mondiale di nuoto del 2009...»
Se quello che sta succedendo nel calcio fosse successo nel nuoto? Avrebbero già commissariato?
«La vocazione a commissariare c'è. (ride, ndr). Da loro manca il gioco di squadra. Ecco però io credo che non si può commissariare una federazione in base ad un risultato sportivo».
Il tema degli stranieri nel calcio è molto attuale: e nel nuoto?
«Abbiamo fatto una battaglia lunga 10 anni per contenere i non italiani. C'è una volontà di tutela dei vivai».
Il nuoto da anni è sulla cresta dell'onda vincendo sempre. E' bravo Barelli?
«No, sono bravi i miei collaboratori. Noi abbiamo voluto investire sui tecnici. Parlo di Campagna o Fabio Conti. Oppure il compianto Castagnetti e ora Morini per citarne alcuni».
E' per questo che il nuoto continua a sfornare talenti. Pellegrini, Paltrinieri, Detti e poi?
«Sono sempre prudente però penso che Martineghi o Sabbioni abbiano tutti i numeri per sfondare. Chiaro che raggiungere i numeri della Pellegrini non è facile».
Non solo tecnici ma anche i centri federali
«Certo. A Roma ci sono quello di Ostia che è un'eccellenza assoluta, Pietralata e ora verrà finalmente completato anche quello di San Paolo. Ma anche sul resto del territorio italiano possiamo vantare centri di primo piano».
Se dovessimo fare un podio virtuale relativo al nuoto?
«Stati Uniti, Australia, Cina e Russia.

Poi ci siamo noi che abbiamo superato Francia, Olanda, Ungheria e Germania».

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