«Il movimento paralimpico italiano è diventato adulto - ha sottolineato Mattarella - Il vostro esempio è quello di uno sport genuino. E prezioso è il vostro ruolo di ambasciatori: ci sono tanti giovani che potrebbero esprimersi attraverso lo sport e che magari decideranno di farlo grazie al vostro esempio. Posso solo fare a me stesso e all'Italia l'augurio che il movimento si estenda sempre di più».
Tanta soddisfazione e qualche stoccata, o meglio: una stoccata, nelle parole di Malagò. «Siamo il Paese al mondo che segue più sport, 386. Abbiamo una storia alle spalle. È chiaro che non possiamo seguire tutti questi sport ed essere in tutti i più bravi - ha detto il presidente - La federazione scherma è la prima al mondo, sia paralimpica che per i normodotati. Grazie all'associazionismio sportivo siamo un modello. Nino Pizzolato, qualche ora fa, ha riportato su un podio mondiale il sollevamento pesi dopo quasi 40 anni. Andrea Giovannini ha dominato la mass start di coppa del mondo. Parliamo di pattinaggio velocità su ghiaccio, disciplina olimpica. Questi ragazzi non si allenano meno di quelli che giocano a calcio in Serie A...», la chiusura della serie “chi ha orecchie per intendere...”.
Di un «pomeriggio importante nel quale si riconosce un risultato sportivo e organizzativo», ha parlato invece Lotti. «Grazie per il continuo impegno che mostra per lo sport, un impegno che ci sprona a fare sempre meglio - ha detto il ministro al presidente della Repubblica - Di fronte a lei oggi ci sono ambasciatori di un messaggio importante. Abbiamo portato questi atleti negli ospedali per raccontare la loro esperienza ed è il progetto di cui vado più fiero».
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