Golf, Montali: «La Ryder, una svolta per Roma. Credetemi»

Golf, Montali: «La Ryder, una svolta per Roma. Credetemi»
di Stefano Cazzetta
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Sabato 4 Settembre 2021, 07:30

L’Open d’Italia di golf in svolgimento al Marco Simone, nel comune di Guidonia, rappresenta il primo vero test per il rinnovato impianto che a settembre del 2023 dovrà ospitare la Ryder Cup. La sfida tra giocatori europei e statunitensi richiama un pubblico immenso: oltre 50.000 spettatori al giorno sul percorso e 800 milioni di televisori collegati. Terzo evento mediatico planetario dopo i Mondiali di calcio e le Olimpiadi. L’organizzazione è stata fortemente voluta dal presidente federale Franco Chimenti. A capo del progetto è stato chiamato un uomo di sport e di esperienza come Gian Paolo Montali.
Montali, facciamo un punto? 
«L’Open è un test che abbiamo voluto a ogni costo, nonostante i lavori in corso e quelli ancora da fare. Abbiamo chiesto a tutti i protagonisti di andare a 200 all’ora per riuscire a realizzarlo. Ce l’abbiamo fatta, senza trascurare nulla. Era fondamentale mostrare a giocatori, addetti ai lavori, sponsor e pubblico la meraviglia del nuovo percorso. I consensi sono unanimi e questo ci riempie di orgoglio. Ma nulla sarebbe stato possibile, compresa l’eliminazione di 4 piloni dell’alta tensione, senza la disponibilità e la tenacia della padrona di casa Lavinia Biagiotti e la pazienza di tutti i soci del club. Per l’anno prossimo vedremo anche un campo pratica tutto nuovo, moderno e più efficiente, Non finisce certo qui».
Il campo è promosso, sulla viabilità c’è molto da fare...
«Grazie alla Ryder siamo riusciti a ottenere dal Governo uno stanziamento ulteriore di 50 milioni proprio per migliorare il sistema viario. Senza questo intervento saremmo andati incontro a un flop mondiale. La società svizzera Citec ha monitorato per mesi tutte le vie di avvicinamento al Marco Simone. Siamo in grado di sapere chiunque si muova nella zona dalle 6 del mattino alle 8 di sera. Nelle condizioni attuali neppure i giocatori arriverebbero in tempo utile al Marco Simone, figurarsi la massa di pubblico. Per quest’anno è stato possibile rimettere mano solo all’asfalto delle vie adiacenti al percorso. Appena cominceranno a essere erogati i fondi, partiranno i cantieri. La Regione è pronta. Per l’Open del prossimo anno, confido nei lavori di raddoppio di via Marco Simone e della Palombarese». 
Il pubblico non arriverà direttamente al campo di gara. Come sarà organizzato un afflusso che si annuncia enorme?
«Come già avvenuto a Parigi, ci saranno grandi aree di parcheggio e due Park and ride dove la gente lascerà l’auto e salirà sulle navette. C’è anche una stazione della metro a 4 chilometri. Favoriremo bus a impatto zero».
Dove, la cerimonia di apertura?
«Per forza di cose al Marco Simone poiché i giocatori devono comunque allenarsi anche quel giorno. Il tee-shot simbolico, però, lo faremo in un luogo iconico. Il Colosseo, le Terme di Caracalla, i Fori imperiali. Non c’è che l’imbarazzo della scelta perché la Città eterna è il valore aggiunto della Ryder italiana». 
La sensazione è che quest’Open sia ancora poco vissuto a Roma e nei suoi dintorni. Promozione da migliorare?
«Il problema è che fino al 22 di agosto non sapevamo ancora se l’Open potesse essere aperto al pubblico. Dunque, era difficile fare meglio. Anzi, il presidente Chimenti ci ha spinti ad andare avanti con i progetti relativi a ospitalità, villaggio commerciale, tribune e servizi nonostante il rischio che diventassero inutili. Ma già dal prossimo anno sarà tutto diverso e nei giorni della Ryder saranno tutta Roma e tutta la zona a vivere l’evento, comprese fans-zone stile Europeo di calcio».
L’impegno economico per ospitare la Ryder è notevole. Senza ritorno non avrebbe senso. Quali sono le previsioni?
«Il nostro business plan parla chiaro.

La Ryder, negli 11 anni di durata del progetto, costerà 160 milioni. Senza l’appoggio del governo non sarebbe stato possibile. Gli studi economici assicurano un ritorno per il sistema Italia di un miliardo di euro, indotto compreso. Per il Lazio e la città di Roma si può quantificare intorno ai 300 milioni nella sola settimana di gara. Senza parlare dei lasciti strutturali a tutto vantaggio del territorio che danno senso a tutti i grandi eventi. La Ryder è un’occasione unica per il Paese».

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