Il Comune chiude lo stadio delle Terme di Caracalla

Il Comune chiude lo stadio delle Terme di Caracalla
di Carlo Santi
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Sabato 21 Novembre 2015, 14:06 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 20:31
Roma sogna le Olimpiadi del 2024 e intanto chiude gli stadi dove si fa attività. Che storia assurda quella dello stadio delle Terme di Caracalla. È stata rifatta la pista del Nando Martellini pochi mesi fa, lo hanno aperto qualche giorno e subito chiuso. Dopo una battaglia durata mesi domani l’impianto - che ha appena festeggiato i primi 80 anni di vita (il compleanno è stato lo scorso 28 ottobre) - chiude i cancelli. Il rischio è che non verranno riaperti per lungo tempo. Il Dipartimento Sport dell’amministrazione capitolina, con una nota firmata da Chiara Cecilia Cuccaro qualche giorno fa, ha intimato alla Fidal Lazio, ossia al comitato regionale della Federazione italiana di atletica, di riconsegnare le chiavi dell’impianto il 18 novembre.
Perché accade tutto ciò, privando migliaia di atleti, soprattutto giovani - non sarebbero i campioni di domani, quelli che sognano le Olimpiadi? - della pista. Tutti a correre davanti allo stadio, nel percorso che gli appassionati chiamano il “biscotto”. Una follia davvero. Accade perché il Comune non ha pubblicato il bando per assegnare la gestione dello stadio delle Terme rivolta ad associazioni, società, scuole ed enti di promozione sportiva.
L’arrivo del commissario Tronca ha bloccato ogni procedura e anche se il comitato regionale della Fidal ha ribadito di sostenere i costi di gestione dell’impianto fino all’arrivo di un gestore, tutto è risultato vano.
L’unica certezza è quella che lo sport chiude.
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