Lady Macbeth diretto da Valcuha seduce Napoli

Una scena di Lady Macbeth al San Carlo di Napoli
di Simona Antonucci
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Lunedì 16 Aprile 2018, 17:49 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 21:09
dal nostro inviato
NAPOLI Una serra che diventa una prigione. Un coro messo a nudo come l'umanità deportata, oltraggiata. Ombre che incombono sui protagonisti, quasi a spingerli verso il disfacimento. Accompagnati da una musica che parla più delle parole, che spaventa e ironizza, racconta e commenta il declino di una signora borghese che, per seguire la passione, macchia di sangue il suo futuro.
Applausi emozionati hanno accolto, ieri sera, al San Carlo Lady Macbeth del distretto di Mcensk che uno Shostakovich, giovane, libero e innamorato crea nell'Unione Sovietica degli Anni Trenta per farne voce e suoni del desiderio, simbolo di orgoglio e ribellione delle donne liberate dalla Rivoluzione. Candeline e standing ovation hanno dato il benvenuto a Claudia Cardinale, la star più antidiva del cinema, che ha brindato ai suoi ottanta anni proprio nel foyer del lirico napoletano, con la famiglia e gli amici più cari.

LA COMMOZIONE
Momenti densi di sentimento ed energia con due primedonne assolute: C.C. (e non B.B.), attrice in grandi film nel mondo, e Katerina Ismailova (interpretata magistralmente da Natalia Kreslina), eroina di uno spartito fondamentale del teatro musicale del Novecento, dove l'orchestra segna il ritmo degli amplessi e gli strumenti diventano sussurri e grida del sesso e della violenza. Ieri notte si sono date il cambio sotto i riflettori del teatro, che tra erotismo, lacrime e sangue, cin cin, flash dei fotografi e commozione ha vissuto una giornata da annotare tra le indimenticabili.

IL SALUTO
Dopo la chiusura del sipario su La strana coppia, la pièce che interpreta all'Augusteo, insieme con Ottavia Fusco, la Cardinale, in Armani d'ordinanza, ha raggiunto il palco reale per un saluto agli spettatori che avevano assistito al ritorno, atteso, chiacchierato e forse anche un po' temuto, di un'opera che non lascia nulla all'immaginazione, baciata, al suo debutto, da critica e pubblico, e poi marchiata a fuoco da Stalin che la liquida (e la condanna) definendola «Caos, invece di musica». E che, ieri sera grazie alla regia e all'interpretazione del cast, ha infiammato il pubblico, sedotto e strapazzato dalla pornophonia (come scrissero le reviews americane del secolo scorso) e dalle vicende di Katerina, vittima della sua passione che il regista Martin Kuej ha costretto in una gabbia claustrofobica, come l'orizzonte oscuro da cui potrà liberarsi soltanto uccidendo la rivale poi se stessa.

LA FESTA
Fremiti per la musica spettacolare, condotta dal maestro Juraj Valcuha (appena insignito del premio Abbiati come miglior direttore d'orchestra del 2018) con i cantanti Dmitry Ulyanov, Ludovit Ludha e Ladislav Elgr, e poi la festa che ha riunito attori di prosa e di cinema (Lina Sastri, Lello Giulivo, Maurizio Casagrande, Leopoldo Mastelloni, Ivan Castiglione) e cantanti lirici del cast di Lady Macbeth, la sovrintendente (Rosanna Purchia) e amministratori pubblici (il sindaco Luigi De Magistris e l'assessore Alessandra Clemente), il direttore dell'Accademia di Belle Arti Giulio Baffi, gli scrittori Wanda Marasco e René de Cecatty, registi, direttori d'orchestra. Le famiglie Cardinale e Squitieri. E a sorpresa Anne Petkov, ora al San Carlo, che si trovava sul set di Fitzcarraldo, con la Cardinale. Persone che hanno accompagnato, sostenuto la carriera della diva che insieme con le bottiglie di champagne ha stappato il libro dei ricordi.

I RICORDI
Decine di no a uomini irresistibili, più di 150 film, «nonostante non volessi fare cinema», scherza, «e al centro sperimentale venni promossa per il temperamento», e un grande amore, Pasquale Squitieri, che riadattò al femminile la commedia di Neil Simon: «È un progetto al quale Pasquale teneva molto», dice raggiante, «lo facciamo in suo onore. Ed è toccante metterlo in scena qui, nella sua città che adoro, non solo perché il mio uomo era napoletano. C'è una cucina straordinaria e un magnifico teatro come questo, di grande tradizione e innovazione, un onore brindare qui».
 
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