In attesa di risposte davvero concrete, si deve andare avanti e in questo senso, il teatro sta cercando di organizzarsi anche “da casa”. E’ proprio di questi giorni la nascita di #IoRestoaCasaProduction, una piattaforma per il teatro, il cinema e la fiction da casa, per chi resta a casa. Una piattaforma anche di produzione per lo spettacolo, che si propone come palcoscenico virtuale per attori, cantanti, musicisti e artisti di ogni tipo, per realizzare nuove opere, dare loro respiro e risonanze e raggiungere, dalla propria abitazione, il pubblico che resta a casa. «Uno spazio sperimentale- dicono gli organizzatori - per portare al pubblico il cinema, il teatro, i concerti, le fiction, con una formula nuova, che prende vita sulle nuove piattaforme di comunicazione social, raggiungendo in questo modo il pubblico più ampio e più vario, che ama il cinema, il teatro e la musica».
A mettere a disposizione la propria esperienza è “Essenza Teatro” ed il primo evento in programma sarà Trappola, «nuovo format teatrale che si propone di utilizzare le nuove tecnologie per realizzare spettacoli pensati ad hoc per questo difficile periodo di distanziamento sociale». Lo spettacolo sarà visibile dal 30 aprile su tutte le piattaforme, Facebbok, Instagram, twitter, linkedin e youtube. Questi i link: (www.facebook.com/Iorestoacasaproduction,www.instagram.com/iorestoacasaproduction,www.twitter.com/iorestoacasapr1,www.linkedin.com/company/io-resto-a-casa-production,www.youtube.com/channel/UC6tgH6wKNpCi0z3Qe4hEJqQ).
“Trappola” spiega il regista Paolo Perelli «vede sei personaggi decisi a non arrendersi, ciascuno con i suoi pensieri, le riflessioni che si fanno monologhi, la resilienza che diventa forza per andare avanti e uscire. Dalla trappola, dalla realtà, forse un giorno dalla stessa abitazione che oggi è palcoscenico per lo spettacolo». Nel cast, oltre al regista Paolo Perelli, gli attori Emiliano Ercoli, Raffaella Camandona, Laura Morucci, Antonello Spadea e Monica Taglione; dietro le quinte Daniele Cametti Aspri.
Il regista definisce il suo come un teatro delle emozioni: «È dall’attesa-speranza che qualcosa accada che nasce il rito del teatro. Ma cosa deve accadere? Gioia? Dolore? Risate? Rabbia o forse amore? Sorriso, dolcezza o pianto? O ancora, sospiri, eccitazione, sussulti, oppure abbandono? Tutto o un po’ non ha importanza basta che quel momento sia unico, irripetibile, in una sola parola: emozionante. E le emozioni, quelle primarie - scrive Perelli nella sua nota - quelle che ci lasciano soli con noi stessi, non hanno colore, non hanno genere. Esistono e basta. Esistono perché esiste l’uomo. Come il teatro d’altronde. Il teatro è studio e arte, è matematica e letteratura, è scienza ed incoscienza, è pulsante, è tragico, è comico, è drammatico, è come le emozioni. Non è intelligente o stupido, di serie A o di serie B, non appare, è. Il mio Teatro delle Emozioni è semplicemente questo. Un Teatro visceralmente coinvolgente, dove lo spettacolo è un rito in cui il pubblico diventa elemento unico ed insostituibile della rappresentazione. Un Teatro che usa i classici per restituirli alla scena carichi di quel pathos che il nuovo millennio si porta con sé. Un Teatro moderno che aborra le urla e gli schiamazzi, che usa la tecnica per meglio arrivare al cuore della gente».
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