Tra Bibbia e un soprano folle: i nuovi talenti della musica contemporanea

il soprano Susanne Bungaard
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Venerdì 7 Dicembre 2018, 20:00
Domenica 9 dicembre al 55esimo Festival di Nuova Consonanza in programma “Isterie e Inconvenienze”: al Mattatoio (piazza Orazio Giustiniani 4, ore 18), in scena, le due operine di genere buffo Parola di Giobbe di Francesco Fournier Facio su testo di Giobbe Covatta e La giornata di un soprano isterico di Ada Gentile su testo di Sandro Cappelletto. 

Ne sono interpreti il soprano Susanne Bungaard e il basso Stefano Stella, mentre la parte strumentale è affidata all’Ensemble Suono Giallo.
Parola di Giobbe segna il primo lavoro operistico del giovanissimo Francesco Fournier Facio (classe 1996); è un’irresistibile versione di alcuni degli episodi più importanti della Bibbia, in cui la musica di pari passo con il testo, tiene conto dell’elemento parodistico.

Racconta lo stesso Fournier Facio:
«Data la densità del testo di Covatta, in questo mio lavoro musicale ho preferito concentrarmi su tre degli episodi da lui narrati: la Creazione, Noè e Abramo, che riassumono bene lo spirito del libro. Quest’ultimo consiste in una parodia dei Testi Sacri realizzata con acume, estro, intelligenza e anche, in fondo, con vero rispetto. La musica tiene conto dell’elemento parodistico, giocando talvolta su temi conosciuti, ma cercando di non cadere nella ripetitività e nel citazionismo, specie riguardo alla musica sacra. Le voci dei personaggi sono ripartite tra basso-baritono (Dio) e attore (tutti gli altri), che per questa esecuzione sono condensati nel versatilissimo Stefano Stella.
L’ensemble e alcune comparse dal pubblico contribuiscono con piccoli interventi, per esempio in quanto popolo o serpente
».

La giornata di un soprano isterico di Ada Gentile e Sandro Cappelletto è andata in scena la prima volta nel 2013 al Center of New Music di San Francisco, commissionata alla compositrice per l’Anno della Cultura Italiana negli USA. I protagonisti sono un soprano e un pianista: lei, la diva, volubile, imprevedibile, lui, fedele e disposto a sopportare tutto…

Racconta il librettista:
«Forse non è vero, non accade così: i soprani non sono talmente sadici e, diciamo, nervosi. Però mi sono divertito ad immaginare che, almeno per una giornata, lo diventino. Pianista e soprano inscenano un gioco che, per riuscire, deve avere almeno due protagonisti. Lei, la diva, volubile, imprevedibile, esigente, severa, alla quale si deve solo ubbidire e lui, il suo pianista, fedele e disposto a sopportare tutto perché gli piace. La loro relazione, musicale ed erotica, dura da tempo, è diventata consuetudine, per il reciproco piacere. Sono complementari, uno dipende dall’altro. Scrivendo questa scena lirica ho inteso offrire ad Ada Gentile la possibilità di giocare con la storia dell’opera, con le buone regole del solfeggio e dello studio, con il suo gusto, così peculiare, per le possibilità espressive della voce e della parola. E tutto è affidato al desiderio di fare teatro dei due protagonisti e complici»
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