Oltre cento alzate di sipario, con il coinvolgimento di più di un migliaio di artisti: inaugurazione affidata a Riccardo Muti l’11 maggio con i Wiener Philharmoniker, e poi Simon Rattle e Kirill Petrenko, Giovanni Sollima e Paolo Fresu, Eleonora Abbagnato e Sergio Bernal. Il Ravenna festival presenta la XXXV edizione, scegliendo per titolo della prossima rassegna le parole che nella Genesi marcano il succedersi dei giorni della Creazione: “E fu sera e fu mattina”. Concerti, danza e teatro, tra grandi nomi e nuovi talenti, dall’11 maggio al 9 luglio e poi e dal 15 al 21 novembre con la “Trilogia d’Autunno” (progetto sostenuto dal ministero della Cultura, dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Ravenna, del partner principale Eni), anche per riflettere sugli effetti del cambiamento climatico sul nostro pianeta, su possibili nuove pratiche ecosostenibili per lo spettacolo dal vivo e sul valore della creatività come risorsa per comunità inclusive e multiculturali.
Orchestra Cherubini
Dopo il concerto inaugurale alla guida dei Wiener con la Sinfonia “Haffner” di Mozart e “La grande” di Schubert, Muti torna alla guida della sua Orchestra Cherubini per un evento in omaggio a Ferruccio Busoni e per l’appuntamento Le vie dell’Amicizia con lo Stabat Mater di Giovanni Sollima e la Sinfonia “Tragica” di Schubert.
Eleonora Abbagnato
Quindi sfileranno, per il programma estivo Simon Rattle e Kirill Petrenko (entrambi per la prima volta al festival), Accademia Bizantina, Eleonora Abbagnato e Sergio Bernal (per la serata Les étoiles), il Ballet de l’Opéra de Lyon, il Philip Glass Ensemble, Giovanni Sollima, Mario Brunello, Paolo Fresu e Omar Sosa, Colapesce Dimartino, Ian Bostridge, Hildur Gudnadóttir, Laura Morante…
Romagna in fiore
Parte della programmazione viene dedicata, a un anno dall’alluvione in Romagna, ad alcuni dei territori più colpiti, con la rassegna “Romagna in fiore”, concerti gratuiti e rigorosamente nel segno del green per quattro weekend fra maggio e giugno. Natura, ecologia e crisi climatica tornano in scena nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe dove Ottavio Dantone guida Accademia Bizantina nella Creazione di Haydn, traboccante di meraviglia di fronte al Creato, mentre la Trilogia Qatsi di Godfrey Reggio e Philip Glass, proposta con musiche originali eseguite dal vivo dal Philip Glass Ensemble, offre uno sguardo sul rapporto fra uomo e mondo.
Chiamata alle arti
Il Museo Classis ospita invece le quattro giornate della Chiamata alle arti, con cui Cristina Mazzavillani Muti ha invitato giovani e giovanissimi a esprimersi e confrontarsi in una varietà di linguaggi artistici, ma partecipazione è la parola d’ordine anche per il Pluto di Aristofane che Marco Martinelli rimette in vita con gli adolescenti del territorio napoletano.
Patrimonio Unesco
Non mancano gli appuntamenti nelle basiliche cittadine, incluse quelle bizantine patrimonio Unesco. Il Festival ha inoltre commissionato una nuova sacra rappresentazione dedicata all’imperatrice romana Galla Placidia. La sezione danza include invece la prima di Un amico di Virgilio Sieni, il Ballet de l’Opéra de Lyon, il gala Les étoiles con Eleonora Abbagnato e Sergio Bernal.
La musica senza barriere
Il Festival è diffuso. Appuntamenti anche a Cervia-Milano Marittima con la rassegna di parole e note “Il Trebbo in musica”, a Lugo nel Pavaglione e a Russi con la maestosa scenografia di Palazzo S. Giacomo. E ci sarà musica anche in corsia e nei luoghi di reclusione: l’Orchestra Cherubini, che quest’anno festeggia il ventennale della propria creazione, rinnova il progetto “La musica senza barriere”, che ne vede le formazioni da camera portare la musica in Rsa, ospedali, carceri e luoghi di volontariato, cultura e arte nel territorio di Ravenna e oltre.