Gazzè, Consoli e Silvestri, il concerto-evento: per la prima volta insieme a Roma

Gazzè, Consoli e Silvestri, il concerto-evento: per la prima volta insieme a Roma
di Simona Orlando
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Mercoledì 20 Dicembre 2017, 11:37 - Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 11:21
«Se non vi scoccia faccio una versione senza errori, giusto per vedere l'effetto che fa», scherza Daniele Silvestri. Parte A Finestra e Carmen Consoli esprime un desiderio: «Qui mi piacerebbe sentirvi cantare in siciliano». Max Gazzè ci prova e lei lo riprende subito per insegnargli la pronuncia: «Finescia, Max». Negli spazi del Laboratorio delle arti capitoline Officina Pasolini è tarda sera, ed è l'ultimo giorno di prove per la santissima trinità del cantautorato anni 90. Per la prima volta insieme sul palco.

300 MINUTI
Era successo quest'estate al festival Collisioni, ma lì ognuno faceva il suo set e poco di più. Stavolta, e solo per i quattro concerti romani - all'Auditorium Parco della Musica dal 27 al 30 dicembre, ore 21, biglietti da 35 euro) diventano un'unica band: Consoli alla chitarra, Silvestri alle tastiere, Gazzè al basso (più Arnaldo Vacca alle percussioni e il polistrumentista Massimo Dedo). Tre voci che cercano e trovano la via per intrecciarsi nel repertorio di ciascuno, e le cose che hanno in comune sono tante, e a farne un elenco ci vogliono almeno due ore e mezzo. 24 i brani, più qualche sorpresa: L'Ultimo bacio, Fiori D'Arancio, Occhi da orientale, Salirò, Sotto casa, L'amore pensato. Il timido ubriaco Gazzè la prova da finto brillo, il tema lo canta Carmen in versione lirica, poi smandolina sul mambo La vita com'è.
«Quando Carmen canta tutto prende un'altra direzione, ma è anche una chitarrista notevole», la lusinga Max. E in effetti lei studia tantissimo, si appunta tutto. Pausa a base di frittelle e spumante. Si conoscono da anni eppure fremono come succede solo alla vigilia di una prima volta. Si sorprende Gazzè: «Abbiamo scoperto cose dei nostri brani che non conoscevamo, e non ce n'è uno solo degli altri due che non avrei voluto scrivere io».
È un triangolo scaleno, ogni lato diverso, che per alchimia diventa cerchio. Doveva accadere che si interpretassero l'un l'altro, stanno più o meno nello stesso emisfero di gusto del pubblico, che in qualche modo li associa, e questa naturalezza è la prima cosa che si nota vedendoli insieme. Perciò la scenografia sarà un salotto di casa. Il ritornello di Mandaci una cartolina spetta a Silvestri. È il pezzo che Carmen scrisse alla morte di suo padre: «Lui lo avrebbe amato cantato da un masculo così e con questa pronuncia».

ROMANESCO
Silvestri converte gli altri due al romanesco e Testardo parte a tradimento: «Non vi avviserò, fatevi trovare pronti». Carmen lo adora questo pezzo: «È un brano di estrazione popolare romantico ed ironico. Quando Daniele parla d'amore è un ragazzino candido che non si piange mai addosso. Max invece ha un'ironia folle, mi fa cantare una strofa di Cara Valentina: chi s'innamora non deve dirlo a nessuno. E ha ragione». Silvestri invece ha un debole per Comunque vada di Gazzè: «Un inizio di parole e note perfetto» e per Parole di Burro della cantantessa: «La sento così tanto che mentre la suono mi viene il dubbio d'averla scritta io». C'è tempo per una estemporanea Blackbird dei Beatles, fuori scaletta, per amor di jam. E poi succede: in tre, sull'omaggio a Franco Battiato, diventano altro ancora: «Il suono creato per Stranizza d'amuri di Battiato rappresenta questa formazione. Mi dispiace smontare tutto perché è nata una band. Fossimo rimasti un'altra settimana, avremmo scritto un pezzo nostro», assicura Silvestri.

PRONTI
Sono pronti. Dopo il tris d'amici in un poker di date, lui si dedicherà al nuovo disco per il 2018 (e i concerti da novembre), Gazzè andrà a Sanremo con La leggenda di Cristalda e Pizzomunno, storia d'amore e fedeltà pescata dalla zona di Vieste, che narra di incantesimi e sirene. Finirà nel doppio CD Alchemaya, che include i suoi successi rivisti in chiave sinfonica. L'eco di Sirene invece se ne andrà in tour in Europa con il trio al femminile della Consoli, che tira le somme: «È stata una settimana faticosa ma la cosa bella e che ricorderò per sempre è la fiducia, questo affidarsi l'uno all'altro. Ho visto tramutate le mie canzoni e mi sono piaciute molto perché hanno preso la forma di noi genitori. Mi conferma che la musica è contaminazione meravigliosa». La diversità è ricchezza, canta in un suo brano: «Questi giovanotti sono stati davvero galanti, mi sono sentita una regina. Per le serate a Roma ci tengo a farmi bedda per loro».
 
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