“C’è la cartella di Nicole Scherzinger, c’è la cartella di Britney, quella di Rihanna e quella di Beyoncé - ha raccontato a digitalspy.com -. Quando ho lavorato con questi artisti, abbiamo inciso e scritto molte canzoni: su sette brani registrati, ad esempio, alla fine ne sceglievamo uno e gli altri, che erano comunque buoni, restavano fuori. Tra questi alcuni erano abbastanza pronti, altri dovevano essere ritoccati”.
Tra le collaborazioni più importanti della sua vita professionale, il quarantunenne cantante di Los Angeles può vantare, su tutte, quella con il mitico Re del Pop, scomparso nel giugno del 2009. Con lui, al tempo, will.i.am lavorava, in veste di produttore, a un nuovo album, una partnership interrotta proprio dalla morte di Jackson, in rispetto della cui memoria il rapper decise di fermarsi e di negare la pubblicazione dei pezzi registrati fino a quel momento.
“C’è anche la cartella di Michael Jackson, certo, nell’hard disk. Come quelle di Whitney Houston e di Mariah Carey. Perché mi chiamavano? Semplice, sono la persona che cercano tutti quelli che dicono: “Vogliamo qualcosa di diverso, vogliamo qualcuno di diverso, vogliamo una hit internazionale””.
Netto e preciso sulla propria reputazione artistica, will.i.am è ben più vago sulla possibilità di diffondere questo tesoro di inedite canzoni d’autore: “Tutti i miei partners - ha spiegato tra il serio e il faceto - sono seduti sopra il disco rigido. Se qualcuno lo vuole, dovrà passare sui loro corpi”. Una minaccia o un invito a puntarci un bel po’ di soldini? Propendiamo per la seconda opzione.
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