Londra, alla National Gallery i capolavori del Caravaggio e dei suoi discepoli

Michelangelo Merisi da Caravaggio The Supper at Emmaus, 1601 Oil on canvas 141 x 196.2 cm The National Gallery, London © The National Gallery, London
di Mariapia Bruno
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Sabato 8 Ottobre 2016, 18:53 - Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 22:10

Londra si prepara ad aprire le porte al Caravaggio. Il prossimo 12 ottobre aprirà i battenti alla National Gallery la retrospettiva intitolata Oltre Caravaggio, che condurrà lo spettatore tra le luci, le ombre e la bellezza realistica e pura dei volti del Merisi. Faranno compagnia alla Cena in Emmaus (1601) e al Fanciullo morso da un ramarro (1594-5), di casa a Londra insieme ad altri capolavori, una serie di opere provenienti da musei, case signorili, castelli, chiese e collezioni private di Gran Bretagna, Irlanda e altri paesi. Tra queste spiccano la suggestiva Cattura di Cristo (1602), di proprietà della Comunità gesuita di Dublino, ma in prestito a tempo indeterminato alla National Gallery of Ireland (dove la mostra di Londra si sposterà nel 2017), e il San Giovanni Battista del Nelson - Atkins Museum of Art di Kansas City (Missouri).

Accanto ai capolavori caravaggeschi verranno esposte una selezione di opere realizzate dagli artisti che sentirono l’influenza del maestro che, partendo dalla Lombardia, girovagò tra Roma, Napoli, Malta, Siracusa e Palermo vittima del suo carattere violento e irascibile. «A Roma i pittori - come ha affermato lo storico dell’arte Giovanni Pietro Bellori nel 1672 - erano totalmente attratti dalla novità e i più giovani, in particolare, accorrevano per venerarlo come l’unico vero imitatore della natura, considerando le sue opere come miracoli, entrando in rivalità l’uno con l’altro per seguirlo.»

 

«L’ispirazione per questa mostra - ha sottolineato la curatrice Letizia Treves - deriva dal voler esporre questi dipinti insieme ad altri degli artisti che si sono a lui ispirati per dimostrare la portata e la rilevanza della sua influenza su un’intera generazione di pittori.» Capofila è Mattia Preti, di cui si potrà ammirare in mostra l’opera Gioco della dama (1635), che viaggiò spesso da Napoli a Roma per vedere dal vivo le opere del maestro. Oltre a lui accorsero a Roma artisti da tutta Europa per vedere da vicino queste tele trafitte da fasci di luce e tentare di imitarne il naturalismo perfetto: tra questi Orazio Gentileschi, Valentin de Boulogne, Jusepe de Ribera e Gerrit van Honthorst, di cui vedremo qualche opera nella retrospettiva londinese che rimarrà aperta fino al 15 gennaio 2017.

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