La mostra. Intitolata "Ed Ruscha Paintings", l'esposizione alla Gagosian Gallery di Roma (via F. Crispi, 16. La mostra è stata prorogata fino al 10 febbraio) è stata curata dall'artista stesso, con opere che approfondiscono la ricerca iniziata nel 2011, con la serie “Psycho Spaghetti Westerns”: ampie vedute di taglio orizzontale – cinematografico – con nature morte iperrealiste, costruite attraverso la rappresentazione di rifiuti urbani quali: brandelli di pneumatici (“gators”), lattine di birra, materiali da costruzione e materassi abbandonati. E’ il deterioramento della realtà che interessa l’artista, il declino del mito dell’impero americano. Un’indagine che prende come spunto il paesaggio della periferia di Los Angeles, e ne fa paradigma universale.
La poetica dell’artista. Questa nuova serie non tradisce la cifra dell'artista, né la sua poetica. La sua creatività è attratta dai materiali usurati che sembrano prendere una nuova vita attraverso l’arte: “mi affascinano i rifiuti, gli scarti, quegli oggetti consunti che finiscono per assomigliare ad animali spaventati”.
Come sempre, nelle sue opere pittoriche – famose come “word paintings” – è la potenza evocativa delle parole che emergono, laconiche e sovrapposte alle immagini naturalistiche, in un gioco mentale tra segno, significato e immagine. Così, nelle ruote di gomma sfaldate di “Inner City Make Scream”, opera-icona della mostra, il testo – bianco – si staglia sulla rappresentazione degli pneumatici, che assumono le sembianze di rettili o di ali sbattute, in balia del vento. Sullo sfondo il consueto orizzonte surreale prediletto dall’artista, qui di colore turchese, dove mettere a fuoco “il punto in cui il cielo incontra la terra”.