Egitto, svelate le prime foto aeree delle piramidi:
scatti inediti che risalgono al 1914

Egitto, svelate le prime foto aeree delle piramidi: scatti inediti che risalgono al 1914
di Laura Larcan
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Mercoledì 11 Febbraio 2015, 17:01 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 11:46

Il cielo sopra l’Antico Egitto. La sequenza in sorvolata sopra le piramidi di Giza, con Cheope, Chefren e Micerino viste dall’alto, in un volo mozzafiato che abbraccia tutta la loro complessità. E ancora, lo spettacolo ad altezza aeree dei templi di Karnak e Luxor, fino ai possenti monumenti della riva occidentale tebana. Ecco le prime foto archeologiche aeree dei tesori dei faraoni mai documentate, scattate nei primi mesi del 1914 dal cielo sopra l’Egitto, dal Cairo a Luxor. Dagli archivi di Egittologia dell’Università degli Studi di Milano riaffiora uno straordinario corpus di ventuno immagini inedite che svelano l’inaspettata vicenda umana del loro autore, Theodore Kofler, pioniere della fotografia aerea.

La storia viene da lontano.

Ci ha messo quasi dieci anni l’egittologa Patrizia Piacentini, professoressa dell’Istituto universitario, a fare luce su questo patrimonio e il personaggio di Kofler, risultato di un’indagine in cui ha coinvolto il suo gruppo di ricerca. Nel 2001, infatti, l’Ateneo entrava in possesso del fondo appartenuto al famoso egittologo francese Alexandre Varille (1909-1951), grazie alla donazione di una generosa mecenate milanese. E qui, la scoperta. Gli studiosi si sono imbattuti in un album di fotografie siglate “Kofler Cairo 1914”.

«Ventuno immagini eccezionali, scattate nella prima metà del 1914 - racconta la Piacentini - Una raccolta unica, di grande valore per l’Egittologia, la Storia della fotografia e la Storia dell’aviazione, opera di un autore – Kofler - di cui tuttavia non si sapeva praticamente nulla, neppure il nome di battesimo». La suggestione delle fotografie è stato il motore di tutta l’impresa. «Le fotografie scattate dal cielo del Cairo e di Luxor nel 1914, probabilmente ad uso dei turisti e dei viaggiatori che solevano passare i mesi invernali in Egitto - riflette la professoressa - rappresentano il capolavoro di Kofler e sono di importanza fondamentale per la storia della fotografia: rappresentano infatti le prime foto aeree di siti archeologici della storia, scattate ben sei anni prima della immagini della necropoli di Menfi riprese nel 1920 dall’archeologo statunitense James Henry Breasted e finora considerate le più antiche testimonianze di questo genere».

Gli studiosi hanno affrontato un lungo viaggio per ricostruire questa vicenda, tra l’Europa e l’Africa. Ne è venuto fuori il profilo di un personaggio ricco di fascino e interessante, oltre che per la storia delle fotografia, anche per la microstoria della Grande Guerra. «Si è individuato il suo nome, Theodor, e si è potuta tracciare la sua biografia, dalla nascita a Innsbruck alla morte sul lago Vittoria in Tanzania - avverte Patrizia Piacentini - passando per gli anni dell’Egitto e della Prima Guerra Mondiale quando, internato in un campo di prigionia inglese a Malta, ne divenne uno dei fotografi ufficiali, testimoniando vari aspetti della realtà dei campi di prigionia, fino alla fortunata carriera di fotografo professionista tra gli anni Venti e Cinquanta».

Non solo, ma con il contributo di storici della fotografia si sono anche potuti identificare gli aerei e i piloti che accompagnavano Kofler nella sue missioni “dall’alto”. Ora tutto l'album di Kofler viene svelato in una grande mostra che si apre nel quattrocentesco Cortile Farmacia dell'Università di Milano, visitabile fino al 13 marzo, in un suggestivo allestimento scenografico nato da un’idea del designer Alessio Carpanelli.

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