Biennale di Venezia, protagonisti tre giovani architetti romani

Biennale di Venezia, protagonisti tre giovani architetti romani
di Emiliana Costa
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Lunedì 28 Aprile 2014, 11:11 - Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 15:33
Michela, Emanuela e David, rispettivamente 31, 30 e 29 anni, sono tre giovani architetti romani. Si sono conosciuti all'universit La Sapienza tra una lezione e l'altra e ad appena due anni dalla laurea hanno raggiunto il traguardo più importante: esporre un progetto tutto loro alla Biennale di Venezia 2014, che prenderà il via il prossimo 7 giugno.



«Per noi è davvero un sogno – racconta Emanuela Ortolani - Tutto è iniziato per caso qualche mese fa con la partecipazione a un concorso e da lì è cambiata la nostra vita». Sì, perché la scorsa estate i tre giovani hanno deciso di aderire a Europan, la competizione di architettura più prestigiosa a livello europeo. A dicembre poi la notizia tanto attesa, avevano conquistato il primo posto. «È stata una grande soddisfazione – spiega David Vecchi - siamo partiti da zero solo qualche mese fa e in poco tempo abbiamo ricevuto diversi riconoscimenti che ci hanno portato fino alla Biennale».



Gli architetti hanno vinto Europan con il piano di sviluppo sostenibile di Almada, cittadina portoghese, che prevedeva la creazione di vitigni e aree verdi: un premio di quelli prestigiosi, inseguito da migliaia di giovani architetti. «Abbiamo scelto di gareggiare con il progetto di riqualificazione di una città straniera e non italiana – dice Michela Romano - perché nel nostro paese per i giovani è molto più difficile emergere. Così abbiamo avuto maggiori possibilità».

Nonostante i tanti premi vinti, infatti, per i tre ragazzi è molto difficile farsi strada e la gavetta è stata lunga. «Abbiamo lavorato gratuitamente per diversi studi – ricorda David – partecipando anche a dei concorsi, ma sempre da stagisti. Così questa volta ci siamo voluti mettere in proprio ed è andata bene».



Dopo Europan i giovani architetti sono stati contattati da un collega straniero, che gli ha proposto di tentare una competizione in Marocco. Questa volta la posta in gioco era la partecipazione alla Biennale 2014. E hanno vinto. «Siamo arrivati alla Mostra di Venezia passando dall'estero – conclude Emanuela –. Non so se ce l'avremmo fatta attraverso canali italiani. Ma abbiamo il nostro paese nel cuore, se anche ci capiterà di lavorare oltreconfine sarà sempre per tornare».
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