Depardieu: «Le scene di sesso? Non mi ha fatto piacere girarle»

Depardieu: «Le scene di sesso? Non mi ha fatto piacere girarle»
di Gloria Satta
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Lunedì 19 Maggio 2014, 12:27
La folla ha fatto a spintoni per vedere Welcome to New York, ma il film di Abel Ferrara (che in Italia sar diffuso su internet dal 22 maggio) non figura nel cartellone del Festival.

Situazione paradossale: come la spiega?

«A pensar male», risponde Gérard Depardieu con un sogghigno, «si potrebbe dire che il direttore del Festival ha subìto delle pressioni. Qualora fosse vero, direi che capisco le sue ragioni, così come lui ha capito le ragioni dei Grimaldi che protestavano contro Grace di Monaco».



Centotrenta chili di peso, sempre nudo e affaccendato nelle orge (il sesso è il suo chiodo fisso), il personaggio interpretato da Depardieu è la replica (con un nome diverso) di Dominique Strauss-Khan, l’ex direttore del Fondo Monetario Internazionale che nel 2011 venne arrestato a New York con l’accusa di aver stuprato la cameriera. Il film di Ferrara, che ha messo a ferro e fuoco la Croisette ed eccitato i distributori internazionali, ricostruisce quell’eposodio.



Perché l’attore ha voluto interpretarlo?

«Perché la vicenda, che all’epoca appassionò i media, contiene tutti gli elementi della tragedia scespiriana: sesso, potere, soldi», risponde Depardieu. «Strauss Khan mi è sempre stato antipatico, come tutti i politici, ma dopo averlo interpretato ho imparato a capirlo di più».





Perché, cosa ha scoperto? «Che è un malato, un uomo incapace di controllare le proprie pulsioni al di là delle conseguenze devastanti che possono generare. E nel film, mostro la sua estrema solitudine». L’attore, 65 anni, racconta di essere rimasto intrigato anche dal rapporto di Strauss-Khan con la moglie, interpretata da una Jacqueline Bisset in gran forma. «Mi sono sempre chiesto cosa si dicessero in privato mentre lui scontava gli arresti domiciliari a New York, in attesa del processo. Dopo tutto stava per candidarsi alla presidenza della Repubblica francese e aveva serie probabilità di vincere le elezioni. Lo scandalo ha distrutto le sue ambizioni».



Ma come ha fatto per interpretare il personaggio? «Non mi sono posto tante domande, non lo faccio mai. Non ho cercato di trasformarmi in lui, ho evitato di giudicarlo da un punto di vista morale e sono andato dritto allo scopo. Abbiamo fatto prestissimo, il film si è girato in appena 18 giorni».





E le scene di sesso? Sono tante, sono brutali, addirittura disturbanti... «Non mi ha fatto piacere girarle, la carne è sempre triste. Vedendo le sequenze delle orge, viene spontaneo provare disgusto. Ma quelle sequenze sono necessarie per raccontare la storia. Anche se non ero contento, ho rispettato le ragioni di Ferrara». Un sospiro, poi Depardieu afferma: «Abel fa quel cinema coraggioso di cui oggi sento tanto la mancanza».

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