Fabio De Luigi ed Elio Germano, equivoci e risate ma con... Karma

Fabio De Luigi ed Elio Germano, equivoci e risate ma con... Karma
di Gloria Satta
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Giovedì 9 Marzo 2017, 18:35 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 19:11

Metti insieme l'intensità autoriale di Elio Germano con la comicità stralunata ed elegante di Fabio De Luigi. Scrivi una sceneggiatura che affronta temi alti in chiave leggera. Affida la regia a Edoardo Falcone, alla seconda opera mentre la prima, Se Dio vuole, avrà un remake americano firmato da Bryan Singer (il regista di I soliti sospetti e X-Men). Il risultato? Questione di Karma, la nuova commedia attesa in sala giovedi 9 con 01 Distribution. «Il film affronta temi che mi stanno a cuore come la paternità, l'elaborazione della perdita, il tempo che passa, l'eterno bisogno di amare e sentirsi amati, in una parola i sentimenti umani», dice Falcone, autore della sceneggiatura in coppia con Marco Martani, «e la mia scommessa era semplice: al di là della vicenda apparentemente paradossale, rendere questi sentimenti digeribili al grande pubblico ma senza scadere nella macchietta». Già, vicenda paradossale. In Questione di Karma, prodotto da Wildside con RaiCinema, De Luigi è il rampollo ingenuo e stravagante di una ricca famiglia di industriali. E si è messo in testa che il padre, morto suicida vent'anni prima, si sia reincarnato nell'imbroglioncello romano interpretato da Elio Germano. Quest'ultimo, inseguito dai creditori e tartassato dalla moglie, è esperto nell'arte di arrangiarsi e per spillare soldi a quell'amico strampalato quanto sprovveduto gli farà credere di essere veramente suo padre redivivo. Di qui equivoci, colpi di scena, duetti imperdibili tra i due protagonisti affiancati da un bel cast che schiera anche Stefania Sandrelli, Eros Pagni, Isabella Ragonese, Daniela Virgilio, Massimo De Lorenzo, Philippe Leroy, Valentina Cenni.
 

 


REINCARNAZIONE
Sorprende Germano, eccezionalmente mattatore di una commedia: te lo immagini mentre declama L'infinito nei panni tormentati di Leopardi e lo ritrovi nel film di Falcone mentre sfugge inseguito dagli strozzini o corteggia sfacciatamente la propria vedova. «Niente di strano, la carriera di un attore passa da infinite reincarnazioni», spiega Elio. «Amo cambiare pelle e nel mio personaggio, il classico fanfarone romano, il cialtrone senza scusanti, ho ritrovato un archetipo della commedia italiana». E' d'accordo anche De Luigi: «Recitare significa andare in ferie nella vita di qualcun altro», spiega l'attore, «e nell'affrontare quest'ultima interpretazione sono stato bene attento a non scadere nello stereotipo. Insomma, non ho fatto del mio personaggio soltanto un tipo mezzo matto. Ho cercato di non esagerare per dargli credibilità e poesia: non è soltanto uno sprovveduto di cui tutti approfittano, ma vive della ricerca interiore, ha un suo mondo intriso di spiritualità. E' come un bambino molto colto».

Falcone è particolarmente interessato alla reincarnazione e alle discipline esoteriche? «Conosco abbastanza bene l'argomento, ma me ne sono servito come spunto per dare vita a un discorso sulle relazioni e sui sentimenti», risponde il regista. E aveva forse pensato a Germano e De Luigi mentre con Martani scriveva la sceneggiatura? «No, la coppia si è formata dopo e sono stato felicemente sorpreso da Elio e Fabio che hanno accettato di mettersi in gioco stravolgendo l'immagine che abbiamo di loro, in una divertente inversione dei ruoli. Come i loro personaggi, sono capaci di cambiare e, soprattutto non hanno paura di farlo. Costruito con l'impianto di una commedia, il film racconta la storia di due solitudini e di un'amicizia solida proprio perché improbabile».

 

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