Paola Cortellesi, niente finanziamenti pubblici per “C'è ancora domani” campione di incassi, il Ministero: «Opera di scarso valore»

All'epoca il dicastero era retto da Dario Franceschini, i 15 esperti che hanno bocciato il film che in un mese ha incassato 20 milioni di euro

Paola Cortellesi, niente finanziamenti pubblici per “C'è ancora domani” campione di incassi, il Ministero: «Opera di scarso valore»
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Venerdì 24 Novembre 2023, 12:35 - Ultimo aggiornamento: 14:07

Beati gli ultimi (di una lista di 51 film) perché saranno i primi (negli incassi da record). Non è dato sapere la reazione di Paola Cortellesi quando nell'ottobre scorso il suo primo film da regista "C'è ancora domani" non ottenne il finanziamento dalle commissioni ministeriali della Cultura, con il dicastero retto all'epoca da Dario Franceschini che di lì a pochi giorni avrebbe passato il testimone a Gennaro Sangiuliano. Magari l'attrice-regista ci avrà riso sopra rimboccandosi le maniche.

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Il film, prodotto da Wildside, avrebbe potuto ottenere un finanziamento pubblico da 350mila a 630mila euro, molto ma molto meno, insomma, di quanto incassa ogni finesettimana dal 26 ottobre.

In un mese il botteghino ha già incassato, per questo film osannato dalla critica e dal pubblico, 20 milioni grazie a ormai 3 milioni di spettatori. La strada è ancora lunga, ma si tratta di un trionfo che rende la pellicola in grado di iniziare la scalata verso i primati stellari, e ritenuti dai più inattaccabili, dei film di Checco Zalone, l'ultimo è Tolo Tolo, 46 milioni che avrebbero potuto essere di certo di più se non fosse calata la pandemia di Covid nel febbraio 2020. 

A ogni modo il film di Paola Cortellesi venne escluso dai finanziamenti perché  «progetto di opera non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale». I componenti della commissione erano
Pedro Armocida, Rita Borioni, Alessandro Boschi, Elisabetta Bruscolini, Giandomenico Celata, Arnaldo Colasanti, Raffaella Del Vecchio, Antonio Ferraro, Marina Giovannini, Guia Loffredo, Andrea Minuz, Georgette Ranucci, Gianfranco Rinaldi, Valerio Toniolo, Vanessa Tonnini, tutti "veterani" delle commissioni ad eccezione delle "matricole" Rita Borioni e Raffaella Del Vecchio. Sono loro i 15 esperti (7 le donne) che hanno esclusa la pellicola dai finanziamenti.

Il criterio di selezione fra i 51 film meritevoli di essere esaminati prevedeva una categoria per i film con un costo superiore a 5 milioni di euro. Da quel che si è appreso in questa "classe" sono stati presi in visione cinque film di cui tre hanno ottenuto il finanziamento pubblico: "Rapito" di Marco Bellocchio (630mila euro), "Comandante" di Edoardo De Angelis (630mila euro), "Confidenza" di Daniele Luchetti (350mila euro). Fuori sono restati "Le assaggiatrici" di Silvio Soldini e appunto "C'è ancora domani", precipitati di conseguenza in fondo alla lista dei 51 film.

Il caso è stato sollevato da Alberto Pasquale, presidente dell’Umbria film commission.

Il ministero della Cultura, da quel che si è appreso, non entra nel merito della selezione e si limita a sottolineare che grazie alle agevolazioni fiscali (tax credit, un credito d’imposta pensato per sostenere le imprese nella produzione di film e serie tv) il film "C'è ancora domani", ha goduto di un beneficio economico di 3 milioni di euro e che i finanziamenti per i film ogni anno non superano complessivamente i 30 milioni.

Il ministro Sangiuliano

«La decisione della commissione che ha bocciato il film di Paola Cortellesi porta la data del 12 ottobre 2022. Il ministro della Cultura allora in carica, che ha nominato la Commissione, non era Gennaro Sangiuliano che ha giurato il 22 ottobre 2022». Lo precisa l'ufficio stampa del ministero della Cultura, in riferimento all'articolo di Repubblica sui mancati finanziamenti pubblici a C'è ancora domani, campione di incassi con oltre 20 milioni di euro raccolti al botteghino. «Le date non mentono. La bocciatura di questo film di grande successo, diventato il simbolo della lotta delle donne contro la violenza di genere, non è imputabile a un organismo nominato dal ministro Sangiuliano né è avvenuto in data in cui lui era in carica. Spiace, infine, che questa polemica sia inserita nel discorso più generale legato a questo importante tema. Il ministero della Cultura è in prima fila, con le sue nuove attività presentate qualche giorno fa insieme ai Ministri Giuseppe Valditara ed Eugenia Roccella, per promuovere una cultura del rispetto e dell'educazione» aggiunge l'ufficio stampa del MiC. «Il film di Paola Cortellesi è molto bello, consiglio di vederlo. Se fosse dipeso da me, sarebbe stato in cima alla lista delle opere finanziate. Questo conferma il lavoro con cui stiamo riformando l'intero sistema. Per fortuna che, a breve, nel pieno rispetto della normativa, ci sarà una nuova commissione», dice il ministro Sangiuliano.

L'ex ministro Franceschini

«Io ho trovato splendido il film di Paola Cortellesi, ma il compito di un ministro è solo tutelare l'autonomia della commissione tecnica e rispettarne le decisioni, incluse quelle, come in questo caso, non condivise. Un ministro che interferisce nelle decisioni di una commissione che eroga finanziamenti con valutazioni personali o politiche commette un reato. Forse è bene ricordarlo». Lo dichiara in una nota il senatore dem ed ex ministro della Cultura Dario Franceschini. «Per questo ho letto stupefatto e preoccupato le affermazioni del ministro Sangiuliano: 'Se fosse dipeso da me sarebbe stato in cima alla lista delle opere finanziate', per poi aggiungere che 'per fortuna' sarà presto nominata una nuova commissione. Piuttosto, sono orgoglioso che grazie al meccanismo automatico del tax Credit introdotto dalla nuova legge sul cinema, il film di Paola Cortellesi sia stato realizzato anche grazie a un contributo del ministero di oltre 3 milioni di euro», conclude.

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