Festival del cinema di Roma, un film sulla Siria fa riflettere sul disperato bisogno di umanità

L’esordio alla regia di Pietro Malegori

Festival del cinema di Roma, un film sulla Siria fa riflettere sul disperato bisogno di umanità
di Franca Giansoldati
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Lunedì 30 Ottobre 2023, 10:46

L'oscenità della guerra, la follia del terrorismo, il fanatismo religioso e l'umanità come unica via di salvezza universale. E' un film sorprendente e toccante l’esordio alla regia di Pietro Malegori in anteprima assoluta, fuori concorso, nella giornata di chiusura di Alice nella Città 2023 a Roma. Shukran, in arabo “grazie”, e’ un film ambientato nella Siria dilaniata dal conflitto tuttora in corso e ispirato alla storia vera di un cardiochirurgo siriano che si trova, per una serie di circostanze, a dover operare il figlio del terrorista che gli ha ucciso il fratello. Il dottor Taher Haider e’ un cardiochirurgo infantile totalmente dedito al suo lavoro in un ospedale di Damasco dove quotidianamente deve fare scelte devastanti su chi operare, optando per chi ha più possibilità di vivere vista la penuria di strumenti e medicine che ha ormai a disposizione a causa del conflitto in corso.

Quando il suo fratello minore Ali muore in un attentato terroristico mentre presta soccorso alle vittime di guerra in una delle zone più’ colpite della Siria, Taher decide di esaudire l’ultima richiesta fattagli la sera prima di morire: trovare e salvare un bambino gravemente malato di nome Mohamed.

Il viaggio attraverso una Siria dilaniata dagli scontri, è per il medico un percorso simbolico verso la morte e la rinascita, fino a che Taher si trovera’ di fronte alla scelta piu’difficile della sua vita e dovra’ mettere in discussione tutto quello in cui ha sempre creduto, se salvare o meno il ragazzino che è figlio del terrorista che gli ha ucciso suo fratello.

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STORIA

I diversi livelli di lettura presenti nella storia tratta dal romanzo omonimo di Giovanni Terzi fanno di questa pellicola – che non è il genere war movie – un autentico inno alla vita e al comandamento universale di amare il prossimo al di là del confine tra credenze, opinioni, morali. La guerra siriana, in fondo, è solo il pretesto per alzare il livello della riflessione su cosa vale davvero la pena salvare in questo mondo: l'umanità. Nel cast Husam Chadat, Camélia Jordana, Antonio Folletto. Il protagonista Shahab Hosseini alla prima del film, ieri pomeriggio all'auditorium delal Conciliazione, ha scherzato che la location scelta dal regista e dai produttori – il Salento – si è rivelata assai efficace e dava davvero l'idea del paesaggio siriano. Il regista Pietro Malegori è riuscito a trovare persino delle gallerie sotterranee sotto Gallipoli che sono risultate perfette per il bunker dei terroristi. E poi c’è stata ovviamente tutta la ricerca religiosa sul gruppo jihadista Jabhat al-Nusra, collegato ad Al Qaeda. In pratica il regista ha trascorso ben cinque anni a fare ricerche prima di avviare le riprese, contattando persone siriane, andando ad analizzare costumi e persino le sfumature dei dialetti parlati. Tutte le uniformi dei caschi bianchi, per esempio, sono riprodotte sui modelli originali. 

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Malegori nasce e cresce nel mondo dei Festival dove emerge con cortometraggi, in particolare “Sons of Tibet”. E'vincitore come miglior film al Napoli film festival nel 2016.

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