Claudio Bisio a Giffoni da regista: "Dario Fo un maestro; il cinema ha un ruolo sociale fortissimo"

Claudio Bisio è ospite del Giffoni Film Festival già da ieri per presentare il suo film "L'ultima volta che siamo stati bambini" che vede anche il suo debutto alla regia

Claudio Bisio e i ragazzi di Giffoni Film Festival 2023
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Venerdì 21 Luglio 2023, 17:54
È un Claudio Bisio con tutta la sua bravura di affabulatore, di showman e di improvvisatore di gag comiche spassose e spiazzati quello che ha incontrato i Giffoner +18 in Sala Verde. L'attore e showman, ospite del Giffoni Film Festival già da ieri per presentare il suo film "L'ultima volta che siamo stati bambini" che vede anche il suo debutto alla regia, ha risposto con entusiasmo alle domande dei ragazzi e delle ragazze sempre con la sua proverbiale e nota sottile ironia affinatasi in 40 anni di carriera. «Dario Fo è stato un mio grande mito e maestro- racconta- mi affascinava la sua affabulazione, il suo modo di raccontare, di scrivere; nella mia carriera ho sperimentato tantissimi generi, dal teatro al cinema alla televisione ma alla regia non avevo mai pensato. Della regia, invece, mi ha sempre incuriosito il lato tecnico, dalla fotografia al montaggio e, su un set, non sono rari le mie "incursioni" ai tecnici per chiedere curiosità o informazioni». Bisio è entusiasta del film in uscita il 12 ottobre e presentato in anteprima ieri al Giffoni: «è una bella storia, una storia tutta da raccontare. Ho avuto un set di grandissimi professionisti ed un grande grazie lo rivolgo al mio aiuto regista Leopoldo Pescatore. Gli aiuto registi sono figure fondamentali per un film, a chiunque voglia fare il regista il mio consiglio è di trovare un aiuto regista bravo, professionale che ti possa guidare ed anche correggere». Ad una domanda di un giffoner sul far ridere o far riflettere, l'attore ribadisce il suo amore per la comicità ma ad una condizione: «un attore non deve mai ridere per una battuta altrimenti è come se ammiccasse e l'effetto risata sul pubblico svanisce. È stato, questo, un ulteriore insegnamento di Dario Fo. Essere un comico, o un attore comico- continua Bisio- non deve far tralasciare di dedicarsi anche a ruoli drammatici perché il cinema, comico o drammatico che sia, ha sempre, dal Neorealismo ad oggi, un fine civile, sociale ed anche terapeutico in certi casi». L'attore ricorda l'esperienza di "Si può fare", una storia forte in cui l'esperienza ha avuto un impatto non indifferente anche per gli attori. "Ricordo, inoltre, - continua lo storico conduttore di" Zelig" - dei film di cui non mi aspettavo un riscontro socio- politico così immediato che invece vi è stato. Penso a "Benvenuto Presidente " che, forse, sdoganando e trattando "l'uomo qualunque " ha anticipato temi politici da lì a poco diffusi».
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