Arte e passione nel Settecento: il film
"femminile e femminista" di Sciamma

Adèle Haenel e Noémie Merlant in una scena del film
di Gloria Satta
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Martedì 17 Dicembre 2019, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 08:06
Un film «femminile e femminista»: è Ritratto della giovane in fiamme, delicata e raffinatissima storia d’amore tra due donne nel 18mo secolo, diretta da Céline Sciamma, interpretata da Adèle Haenel (ex della regista), Noémie Merlant e Valeria Golino. Premiato a Cannes per la sceneggiatura, nelle sale dopodomani con Lucky Red, il film è ambientato nella selvaggia Bretagna nel 1700 e ha come protagonista una giovane pittrice, Marianne (Merlant) a cui viene commissionato da una contessa di origini italiane (Golino) il ritratto di nozze di sua figlia Heloïse (Adèle Haenel, ex della regista) da eseguire però all’insaputa dell’interessata. Così Marianne si trova costretta ad osservare il suo modello di nascosto, fingendo di essere la dama di compagnia, e a dipingere poi di notte. Sguardi rubati, frequentazione sempre più intensa tra le due ragazze e le evidenti affinità tra loro fanno nascere un amore travolgente, inaspettato e senza destino.
ARTISTE DIMENTICATE. Com’è nata l’idea del film? «Mi sono sempre confrontata con temi contemporanei», risponde Sciamma, 41 anni, acclamata regista di film a tematica femminile come Naissance des pioeuvres, Tomboy, Diamant noir, «ma questa volta ho sentito il desiderio di parlare delle artiste donne del 18mo secolo, di si sa pochissimo. Eppure, in quell’epoca, erano numerose ed avevavo un certo successo grazie alla moda dei ritratti. E anche se i loro lavori figurano nei musei più importanti, sono rimaste escluse dalla cronache e dai resoconti storici». Il coinvolgimento personale si è fatto potente, aggiunge la regista francese: «Quando ho scoperto le opere di queste pittrici dimenticate ho provato una grande emozione e al tempo stesso un forte dispiacere per l'anonimato totale nel quale sono stati relegati questi lavori, condannati a restare nascosti. Quelle immagini mi turbano e mi commuovono soprattutto perché non hanno fatto parte della mia vita...».
La scelta delle attrici è stata molto importante. «Ho scritto il ruolo di Héloïse proprio pensando a Adèle: volevo offrirle qualcosa di nuovo con cui misurarsi e la possibilità di mostrare aspetti del suo talento che non avevamo ancora conosciuto», racconta Céline. Per la partner che avrebbe affiancato Haenel, la regista ha cercato invece «un volto a me poco familiare, ma non una principiante e ho scommesso su Noémie che recita con coraggio e sentimento. E’ un misto di precisione e intemperanza che ha reso il personaggio emozionante».
ROMANTICISMO. Ed è la prima volta che Sciamma racconta una storia d’amore. «E’ vero e volevo mostrare il puro piacere di innamorarsi e di vivere il presente», spiega. «Così ho incentrato il racconto sulla confusione, l'esitazione e lo scambio romantico. Ma volevo anche parlare del ricordo di una storia d'amore, di come una passione resta dentro di noi con tutta la sua forza». Il film è stato pensato «come un'esperienza sia del piacere di una passione presente sia del piacere di una storia di emancipazione». E, conclude la regista, «è nato dal mio desiderio di raccontare una love story che non nascesse dal predominio di uno sull’altro ma fosse basata sull’eguaglianza».
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