Trasporti, per vincere la sfida serve più intermodalità

E' necessaria una combinazione tra "hard e soft infrastructure" per superare l'atavica inefficienza

La copertura della stazione di Roma Termini con i pannelli fotovoltaici
di Andrea Giuricin
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Sabato 17 Giugno 2023, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 07:06

Due grandi sfide attendono la Roma dei trasporti e delle infrastrutture: la prima, di corto termine, è il Giubileo 2025; la seconda potrebbe essere Expo 2030, dove Roma è candidata contro Busan (Corea) e la fortissima Riyadh (Arabia Saudita). 
Sono entrambe sfide molto complesse, specialmente per una città che per molti anni ha sofferto la mancanza di investimenti e di gestione non proprio efficiente dei trasporti. Ma bisogna dire che la città “allargata” ha sicuramente non poche frecce nella sua faretra. Inoltre, il Pnrr prevede risorse rilevanti per Roma Capitale: 4 miliardi da spendere entro il 2026 oltre a quanto i principali gruppi privati hanno già destinato per il miglioramento delle infrastrutture gestite. 

Il caso Fiumicino 


Esemplare il caso dell’aeroporto di Fiumicino gestito dalla società Aeroporti di Roma che ha da poco ricevuto le cinque stelle da Skytrax, premio ambitissimo tra i vettori di tutto il mondo. Nei prossimi anni l’aeroporto potrebbe superare i 50 milioni di passeggeri e, soprattutto, grazie all’accordo ormai definito tra Ita e Lufthansa, diventare un punto di riferimento per il gruppo tedesco per tutto ciò che riguarda il mercato verso il Sudamerica e l’Africa.
Ben diversa la situazione del trasporto pubblico locale, dove l’operatore storico Atac ha perenne difficoltà a raggiungere gli obiettivi voluti dal Campidoglio.

In questo caso una maggiore partecipazione dei privati potrebbe portare ad una gestione più efficiente del servizio pubblico, ancorché frutto di un processo trasparente di gare per l’assegnazione del servizio. 


La rete ferroviaria gestita dal gruppo Fs sta invece continuando lo sviluppo, con miglioramenti non irrilevanti a livello regionale e potenziamenti del nodo urbano, grazie a player come Rfi. Nel lungo periodo è prevista anche la chiusura dell’anello che aiuterà a migliorare il servizio ferroviario, mentre sul settore merci si sta potenziando l’interconnessione con il porto di Civitavecchia.
Quest’ultimo è uno degli asset principali della regione e negli ultimi anni, grazie a un management rinnovato e di grande esperienza, sta vedendo una forte crescita dei traffici: nel 2022 è stato il secondo porto del Mediterraneo come porto crocieristico dietro solo a Barcellona con quasi 2,2 milioni di passeggeri, ed è prevedibile che nei prossimi anni cresca ulteriormente assumendo un ruolo essenziale in questo settore. 

L'intermodalità necessaria 


Soprattutto nel comparto delle merci una sempre migliore connettività con la ferrovia è essenziale per migliorare l’efficienza del sistema logistico non solo della regione, ma dell’intera Italia. È chiaro che ciò sarà possibile grazie a due elementi non puramente tecnici: certezza di investimenti e snellimento della burocrazia per giungere al completamento delle opere infrastrutturali progettate da tempo e per il momento di non facile realizzazione.
Per troppi anni l’assenza di queste due condizioni, investimenti certi e flessibilità burocratica, sono state un freno al miglioramento del sistema dei trasporti italiano, non solo romano, ma il Pnrr deve essere un’occasione per risolvere queste problematiche ataviche visto che ci obbliga alle necessarie riforme strutturali, a cominciare da quelle che riguardano proprio il trasporto pubblico, oggi decisamente poco competitivo e di qualità inadeguata. 
È un sistema che inoltre deve guardare sempre più all’intermodalità come soluzione non solo per le merci, ma anche per i passeggeri. La connettività dell’aeroporto con servizi ferroviari può essere una spinta importante per il miglioramento dell’esperienza intermodale del passeggero, grazie al lavoro congiunto di Fs, Adr e Ita che negli ultimi tempi è sembrato meno episodico.


In altre parole, per essere pronti per il Giubileo o per Expo 2030 è dunque necessario pensare a come rendere sempre più attrattivo il settore dei trasporti in un combinato disposto tra realizzazione di “hard infrastructure”, le infrastrutture materiali, e di “soft infrastructure”, le riforme che permettono di avere un sistema ben funzionante.
La sfida per Roma Capitale e per tutta Italia è enorme e sicuramente complessa, ma come dimostrano non pochi casi di prove altamente sfidanti, è possibile raggiungere degli obiettivi sia nel breve che nel medio-lungo periodo.
Oggi le risorse non mancano e se davvero la Città Eterna vuole ergersi a guida oltre che politica anche economica del Paese, deve entrare nell’ordine di idee che per essere guida esemplare è necessario quel colpo di reni che due millenni fa, sia pure tra tante contraddizioni, la portò a diventare Caput Mundi.
 

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