ASSOLTE La difesa ha sostenuto che il comportamento delle giovani che avevano deciso di realizzare un book fotografico per promuovere la loro immagine forse desiderose di entrare nel mondo dello spettacolo, «non offende il senso del pudore e non rappresenta un insulto alla pubblica decenza. In televisione - ha detto l'avvocato Giusy Morabito - durante la fascia protetta si vedono immagini ben più spinte, anche nelle varie pubblicità, rispetto a come si presentavano le quattro ragazze che, tutto sommato, si erano anche posizionate vicino ad alcune siepi».
Sulla stessa linea difensiva anche gli altri legali, Alberto Grondona e Donatella Costa. Chiamati da una mamma indignata per lo «spettacolo» giudicato troppo spinto, erano intervenuti nel parco i carabinieri che avevano sequestrato la macchina fotografica e, dopo aver fatto rivestire le ragazze, le avevano accompagnate in caserma per l'identificazione e le avevano denunciate per atti contrari alla pubblica decenza.
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