Arrivano i ristoranti call free: vietato usare i celllulari a tavola

Telefonini serviti a tavola
di Luisa Mosello
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Domenica 7 Febbraio 2016, 11:33 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 13:27

Locali off limits. Quelli che non sono per tutti. E dove non tutto è permesso. Anzi in cui non ci si deve azzardare a fare qualcosa in particolare, pena la cacciata immediata e senza appello. Ci sono quelli in cui l’ingresso è vietato agli animali. Le trattorie child free, ovvero con porte ermeticamente chiuse per tutti i bambini che, essendo tali, piangono, strillano e fanno pic nic sulle tavole dei vicini.  E i ristoranti call free, in cui non è per niente gradito, anzi non è proprio tollerato né ammesso quell’oggetto che oramai ci segue come un’ombra. Con il quale passiamo più tempo che con moglie e figli, amici e amanti: il cellulare, onnipresente, in ogni ora del giorno e della notte. Compreso il pranzo e la cena. Accanto a cucchiaio, coltello e forchetta potrebbero mettere un piattino a lui dedicato, come quello in cui si poggia il pane. Magari a forma di cornetta. Ma non è sempre così.



Esistono luoghi del cibo in cui telefonare è proprio proibito, così come mandare sms, fissare l’icona di WhatsApp , smanettare sul web, tweettare, postare la ricetta su Facebook e immortalare su Instagram il piatto di branzino glassato. Sembra impossibile, e invece Come nei film western i cowboy lasciavano pistole e cinture all’entrata dei saloon, in questi posti fuori dal mondo (tecnologico) è obbligatorio spogliarsi di tutti i propri "beni" di comunicazione e tornare vergini e puri come natura ha fatto, senza chiamate e connessioni di illimitata memoria. Telefonini e tablet vanno consegnati prima di entrare in sala. Saranno riposti in una cassettina, come quella della buca postale, o un armadietto apposito, chiusi a chiave, che sarà trattenuta gelosamente dal proprietario. E che sarà consegnata con l’amato oggetto solo all’uscita per evitare scene e implorazioni condite da crisi da astinenza da squillo o beep.

Nel mondo i ristoranti che hanno il coraggio di proporre questa dolorosissima separazione per i tanti cellularimaniaci non sono molti. Ma esistono. Per esempio in America: a Los Angeles c’è il Bucato e il fast food Applebee’s che propone però solo un giorno alla settimana da passare senza squilli e messaggio al seguito. In Medio Oriente c’è il ristorante libanese Bedivere che fa uno sconto del 10% a chi riesce a non usare il telefonino mentre è a tavola. E del 50%, pagando così la metà della cena, ad Abu Gosh in Israele. Esiste anche una app che funziona su Android e disattiva il cellulare per un periodo limitato, giusto il tempo di pranzare in tranquiliità: si chiama Flipp Off ed è stata creata in Canada da una startup di Toronto.
Ma è in Italia che si esprime il divieto tecno-doc. All’Acetaia di Italo Pedroni, ovvero la storica Osteria di Rubbiara (aperta nel 1862) a un passo da Modena: un luogo pioniere dove dal 1993 è stato costruito un vero e proprio forziere per i cellulari. “Perquisiti” e spogliati del prezioso ma fastidioso oggetto, solo dopo averlo lasciato in custodia ci si può sedere a tavola. Anche prima, quando i telefonini erano molto più grandi di adesso, il patron li chiudeva nel cassetto sotto la cassa. Ora, dopo 53 di onorata carriera Italo ha passato il testimone al figlio Giuseppe che forse continuerà la tradizione call free senza piegarsi alla modernità a tutti i costi.

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