Il fatto che gli episodi siano analoghi, oltre ad essere avvenuti in un breve arco temporale, fa pensare che i tre facciano parte di una rete di contrabbandieri e che i loro spostamenti prefigurino un piano ben più vasto. Il primo caso risale a lunedì 2 maggio: sei lingotti, del peso di 600 grammi l’uno e di un valore stimato di oltre 33mila euro, vengono scoperti nel retto di un uomo di 32 anni, appena sbarcato da Kuala Lumpur all’aeroporto internazionale Hazrat Shahjalal di Dacca. Il trafficante ha ammesso di essere stato pagato 336 euro per effettuare quel trasporto.
Il secondo episodio, dalla stessa dinamica, risale a martedì scorso: un uomo, appena giunto nella capitale del Bangladesh, viene trovato con quattro lingotti d’oro in pancia, del peso di 400 grammi ciascuno. Giovedì 12, invece, vengono scoperti circa 15 chili d’oro nel bagno di un aereo della Biman Bangladesh Airlines, in servizio da Bangkok a Dacca. Il valore delle barre, inizialmente nascoste in diversi bagagli, è stato valutato in circa 584mila euro.
L’ultima scoperta risale a oggi: un uomo, proveniente da Dubai, viene fermato con ben otto lingotti nascosti nel retto. Anche in questo caso, un bel bottino: più di 50mila euro, accuratamente custoditi nell’intestino. Tralasciamo i particolari sulle modalità di espulsione delle preziose barre. Un fatto, però, è certo: la disperazione che spinge costoro a sottoporsi a un tale supplizio, pur di guadagnare qualche centinaio di euro, dev’essere davvero grande.
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