Maturità 2023, per la metà degli studenti la Storia e la Letteratura finiscono alla Seconda Guerra Mondiale

Di solito il Novecento è protagonista delle tracce di italiano in prima prova, eppure ben 4 studenti su 10 dicono di aver affrontato con i docenti solo una minima parte degli autori del secolo scorso, mentre il 47% non ha trattato in classe avvenimenti più recenti della Storia contemporanea. E Non va meglio con simulazioni ed esercitazioni d'esame, che in molti casi si riducono a un solo tentativo o a prove da fare a casa

Maturità 2023, per la metà degli studenti la Storia e la Letteratura finiscono alla Seconda Guerra Mondiale
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Venerdì 16 Giugno 2023, 13:12

Siamo alle solite. La scuola finisce ma per molti studenti di quinto superiore iniziano i “tempi supplementari”, per completare i programmi delle materie d’esame. Stando a quanto raccontano i 1.000 maturandi raggiunti da un sondaggio di Skuola.net, nella maggior parte delle classi - così per circa 7 su 10 - gli ultimi mesi sono stati spesi a interrogare e svolgere compiti in classe, perdendo di vista il grande appuntamento. Arrivando all’ultima campanella avendo lasciato fuori dalla porta i temi cronologicamente più recenti delle discipline principali e sottovalutando le materie accessorie.

Letteratura Italiana: gli autori più recenti sconosciuti ai più

Parlando, ad esempio, di Letteratura Italiana - fondamentale sia per la prima prova scritta che per il colloquio orale - meno di 1 su 3 dice di aver trattato tutti gli autori principali dello scorso secolo e contemporanei, e di aver avuto persino il tempo per ripassare i nomi più importanti. Circa 1 su 4 è invece arrivato al secondo ‘900. Ma ben 4 su 10 dicono di essersi fermati alla prima metà del XX secolo, se non addirittura prima.

Storia: la metà dei maturandi si è fermata alla II Guerra Mondiale

Più o meno la stessa cosa è avvenuta per un altro pilastro della Maturità: la Storia, centrale anch’essa per l’orale ma anche per le tracce più “argomentative” dello scritto di Italiano (che richiamano anniversari, personaggi famosi, passaggi epocali). Ebbene, appena un quarto dei maturandi (26%) ha parlato in classe degli avvenimenti più contemporanei. Una quota simile (27%) si è dovuta fermare grosso modo agli anni ‘70 del Novecento. Sempre meglio di quelli che non sono riusciti ad andare oltre la Seconda Guerra Mondiale: stiamo parlando di quasi la metà degli intervistati (47%).

In classe si parla poco di attualità: un errore in vista dell'esame

Qualche anima pia fra i docenti, però, rendendosi conto che la storia nel frattempo è andata avanti, ha comunque cercato di mettere una pezza aprendo al dibattito almeno sui fatti di attualità per dare agli studenti l’opportunità, in caso di necessità, di svolgere una traccia di questo tipo in prima prova: il 36% degli intervistati conferma che i fatti contemporanei hanno fatto spesso capolino nelle lezioni, mentre il 42% si è dovuto accontentare di qualche stralcio.

Sempre meglio di quel 22% che per approfondire cosa avviene nel mondo ha dovuto guardare oltre i propri docenti. 

Sulle materie "di indirizzo" sforzi maggiori da parte dei docenti

Leggermente meglio, per fortuna, è la situazione nelle materie caratterizzanti i singoli indirizzi di studio, che saranno oggetto del secondo scritto (Latino al Classico, Matematica allo Scientifico, Economia aziendale nei tecnici-economici, ecc.): qui i docenti, per non mettere troppo in difficoltà i propri alunni, si sono dati da fare per affrontare più argomenti possibili. La missione si può dire compiuta per ben 3 maturandi su 4, che hanno praticamente esaurito la tabella di marcia ottimale per arrivare pronti dall’esame; in qualche caso hanno pure trovato il modo di ripassare le cose più utili per la prova. Ma non può essere taciuto il dato che vede il restante quarto (25%) essere andato fuori tempo massimo.

Educazione civica: rischio flop all'orale 

Decisamente trascurata anche un’altra colonna portante degli esami di Stato più recenti che, pur non essendo tra le materie di punta, avrà un suo spazio riservato durante l’interrogazione orale: l’Educazione Civica. Peccato che solo 1 studente su 3, tra quelli interpellati da Skuola.net, dice di averne parlato frequentemente durante l’anno, sviluppando molti argomenti; la platea più grande (49%) l’ha affrontata solo di sfuggita; il 19% sostiene di aver fatto poco o nulla.

Gli studenti tentano di recuperare il terreno perso

E ora, come si organizzeranno i maturandi per recuperare le loro lacune? Quanti riusciranno a incastrare gli argomenti mancanti tra le sessioni di ripasso “ordinario”? Non molti: solo 1 su 4 proverà a presentarsi all’esame senza avere potenziali punti deboli. Circa 1 su 5, consapevole che non ce la può fare a seguire tutto, si soffermerà invece solamente sulle materie chiave. Il 38% già se che sarebbe un’impresa vana e, probabilmente, lascerà perdere in partenza. Il 15% ha già rinunciato e si focalizzerà su quanto è stato effettivamente spiegato.

Anche perché non è solo tanta teoria a mancare ai prossimi “diplomandi”. Pure sulla pratica le scuole avrebbero potuto fare di meglio. Solo 4 su 10 hanno svolto in classe più di una simulazione di scritto di Italiano. Altrettanti hanno potuto prendere periodicamente le misure allo scritto “di indirizzo”. Per una quota simile (40%), in entrambi i casi, in tutto l’anno c’è stata solo un’opportunità per farlo. Circa 1 su 10 ha potuto mettersi alla prova solo con esercizi assegnati per casa. Un altro 10% non ha potuto fare neanche quello. Ecco perché, in tanti, prevedono di dedicare qualche ora anche all’allenamento formale per le prove iniziali. Non esattamente la condizione ideale per avvicinarsi serenamente all’esame.

“A un secolo esatto dalla Riforma Gentile, la nostra scuola si dimostra ancora legata al passato remoto più che a quello recente. Altrimenti non si spiega perché circa metà dei maturandi non sia arrivata a svolgere in classe argomenti di storia e autori di letteratura successivi alla prima metà del Novecento. Peccato che, però, alla Maturità serva conoscere bene fatti non troppo lontani nel tempo e gli autori moderni. Prima o poi il mondo contemporaneo deve riuscire a entrare tra i banchi perché, oltre al diploma in tasca, in uscita dalla scuola si dovrebbe avere sia la conoscenza del passato che la capacità di essere cittadini nel presente. E questo a volte i docenti lo dimenticano, favorendo invece gli adempimenti formali come interrogazioni e verifiche scritte", così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.

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