Black Friday? Per la Gen Z è tempo di second hand: 1 su 6 compra vestiti usati, il 33% tecnologia “ricondizionata"

Entra nel vivo la stagione degli sconti e, successivamente, degli acquisti natalizi. Ma c’è una fetta della potenziale clientela che, più di altre, potrebbe rinnovare il guardaroba o la propria dotazione tecnologica in maniera alternativa: sono i più giovani

Black Friday? Per la Gen Z è tempo di second hand: 1 su 6 compra vestiti usati, il 33% tecnologia “ricondizionata"
4 Minuti di Lettura
Venerdì 17 Novembre 2023, 17:14

Abbigliamento, tecnologia, accessori. Perché comprarli nuovi se è possibile trovarli semi-nuovi a prezzi super scontati - a prova di inflazione - riducendo gli sprechi? E, infatti, il consumo matto e disperatissimo sembra ormai roba da boomer, forse anche grazie a portali e app che hanno reso veloce e alla portata di tutti il “second hand”. Tanto che non solo l’usato si compra ma, altrettanto semplicemente, l’usato si vende. Così la tradizionale corsa agli acquisti natalizi, che si apre con l'iconico Black Friday, l’ultimo venerdì di novembre, quest’anno potrebbe essere diversa per molti giovani.

Secondo un’indagine di Skuola.net, su un campione di 3.000 ragazze e ragazzi tra gli 11 e 25 anni, sempre più giovani sono attratti dal riuso. Ben 1 intervistato su 6, ad esempio, quando deve comprare un capo di abbigliamento, si rivolge prioritariamente al mercato dell’usato. E lo stesso vale anche quando si tratta di scarpe: 1 su 8 punta sul “second hand”. Ancora di più - quasi 3 su 10 - sfruttano soprattutto il canale del “ricondizionato” per cambiare i propri dispositivi tecnologici (smartphone, pc, console, tv, ecc.).

Abbigliamento e tecnologia le categorie che si prestano meglio al riuso

Tuttavia questa è solo la punta dell’iceberg di una propensione molto diffusa verso gli oggetti di seconda mano o renewed. Specie per quel che riguarda proprio la tecnologia. Quasi la metà dei ragazzi coinvolti dalla ricerca (46%) ha posseduto almeno uno smartphone, un tablet o un computer usati. E, più in generale, quasi 9 su 10 sono favorevoli a questo tipo di acquisti. A conti fatti, appena il 10% dei giovani intervistati preferisce sempre e comunque dei dispositivi nuovi.

Pubblico leggermente più ristretto, ma comunque notevole, per i prodotti più personali, quelli che si indossano. Solo il 23% non ha mai acquistato vestiario e accessori (borse su tutto) usati, mentre per le scarpe la questione si fa più delicata. Qui la platea del nuovo a tutti i costi sale al 44%. Tutti gli altri, però, almeno una volta sono entrati nell’ottica di acquistare di tanto in tanto, se non spesso e volentieri, articoli già usati da qualcun altro.

Si prova a dare una seconda vita alle cose 

Allo stesso modo, le nuove generazioni contribuiscono assai all’affermazione dell’economia circolare, reimmettendo nel mercato dell’usato quanto rischia di giacere in armadi e cassetti. Stavolta è proprio l’abbigliamento a fare da traino. Quasi tutti i ragazzi e le ragazze intervistati, infatti, provano a dare una seconda occasione ai propri capi (scarpe comprese).

Il 51%, quando non li usa più, prima di mandarli al macero cerca sempre di venderli oppure di passarli ad amici e conoscenti; un altro 30% lo fa il più delle volte; il 12%, pur dichiarandosi molto legato ai propri averi, ogni tanto gli dà un’altra vita; appena il 7% non l’ha mai fatto.

Numeri di rilievo, lato riuso, si registrano anche per il settore tech. Quasi 1 su 5, ogni volta che deve disfarsi di uno smartphone, anziché gettarlo via controlla sempre se quell’articolo può interessare a qualcuno per essere riusato, per poi venderlo privatamente o affidarlo a servizi specializzati. E un altro quarto scarso (23%) lo ha fatto almeno in un’occasione. Il 47% non ci ha mai pensato ma si dice lo stesso a favore di tale pratica. Solamente l’11% non l’ha mai fatto e nemmeno si prenderebbe la briga.

Qualcosa di simile avviene pure per il resto dei dispositivi. Il 20% ricicla puntualmente computer, tablet, console per i videogiochi e tutto ciò che è tecnologicamente appetibile. Un altro 23% lo ha fatto come minimo una volta nella vita. Sommando a loro quelli che non lo hanno mai fatto ma non lo escludono affatto, per il futuro si arriva al 90%. Solo il 10%, dunque, getta tutto nel secchio senza nemmeno porsi il problema dello spreco.

“Se per la generazione dei loro genitori - fa notare Daniele Grassucci, direttore di Skuola.netil ricorso al mercato dell’usato era soprattutto dettato dalle scarse risorse economiche, per i ragazzi di oggi sta diventando una scelta di tendenza per una serie di motivi. Il principale è sicuramente legato alla questione ambientale, che spinge ad adottare stili di consumo sostenibili. Non dobbiamo poi dimenticare che i prodotti più amati dalla Generazione Z - dall’abbigliamento griffato alla tecnologia - sono oggetto di continue corse all’ultima novità e al rialzo dei prezzi, per cui tenere il passo delle mode risulterebbe insostenibile per le tasche dei più se non appunto attraverso il second hand”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA