Le accuse
La decisione di Mosca prende le mosse da un'inchiesta avviata dal capo del Comitato investigativo, Alexander Bastrykin, nei confronti di 170 persone, compresi cittadini di Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia e Ucraina, per 143 atti di distruzione, danneggiamento o profanazione di tombe, monumenti e memoriali di soldati sovietici. I tre Stati baltici, annessi nel 1940 all'Unione Sovietica e poi occupati dalla Germania nazista, tornarono sotto il controllo di Mosca alla fine della Seconda guerra mondiale, per guadagnare l'indipendenza nel 1991 con il crollo dell'Urss.