Il nastro adesivo per non farla gridre
Ma com'è morta davvero Giulia? La ragazza è stata accoltellata la prima volta da Filippo Turetta mentre si trovava alle 23.15 di sabato 11 novembre nel parcheggio dell'asilo di viale Aldo Moro, a 150 metri da casa. Lì c'è la prima lite e le vengono inferte le prime ferite. A terra i carabinieri trovano macchie di sangue e un coltello da cucina spezzato. Saranno le analisi a dire se è quello che ha colpito la ragazza. Un residente sente una voce femminile urlare e chiedere aiuto. Turetta porta Giulia nella zona industriale di Fossò. Sono le 23.29. La studentessa riesce a uscire dall'auto e a scappare, ma l'ex fidanzato la insegue e la raggiunge. In questo caso nessun testimone, ma le telecamere di due ditte della zona registrano tutto. Immortalano una persona che fugge e l'altra che la raggiunge, la scaraventa a terra. A quel punto la ragazza non si muove più. Verrà trovato altro sangue per terra. I carabinieri trovano anche del nastro adesivo argentato, forse usato per non far gridare la vittima. A quel punto Filippo Turetta carica di peso in macchina il corpo della ragazza e due ore dopo lo abbandona, ormai inerme, tra le rocce di una zona di montagna lungo Pian delle More, a due ore di strada. Il medico legale non ha dubbi: Giulia ha cercato di difendersi. La giovane muore per emorragia, dissanguata.